05/05/15

Notte di Luna.




         Candida luce e fresca luna, sulla panchina osserva quegli sguardi di porfido sciogliersi in un abbraccio fatto di ardente voluttà. Le mani corrono come quell' arrogante vento che divide, mentre i germogli di una nuova stagione colorano il pastello di un quadro in movimento senza nitida struttura.
Le poche nuvole violacee si discostano e le immagini riflesse di quel fiume fan sembrare stelle il cielo. In una forma elettrica la luna inghiotte in se questo stupendo panorama di costrutto, come se gli edifici intorno si elevassero per esserne mangiati. Culle rigonfie di liquido trascorso precipitano in quegli istanti mentre i suoi capelli avvolgono in un bacio tenue che diviene rigoglioso e appassionato mentre il vento monta.
Ultime pulsioni di un calore quasi disperso in una forza superiore che agita robuste foglie e scuote alberi, mi lascio e mi arrendo a questo conflitto di fisico e latente natura subita, mentre convogliano le braci che covo e serrano a me ancora di più quell' idea di perfetto che scruto in una vasca di angosciosi limiti.
Divellere catene e sollevare istanti, comprimerli per poi schiacciarli fino a farli soffocare, poi raccogliere quel frutto come uccelli e riportarli lentamente al mare. Frammenti di esatta aspettativa consumati in un costante ed inspiegabile ossimoro di sensazioni provate. Non e' il freddo del vento contro il cuore, ne quel chiarore che mi accende il buio e che mi fa guardare. Tutto ciò che cerco e' in quel momento, dove lucida attenzione si concentra in quelle mani levigate ed in quegli occhi senza più profondo che io non sia.
Saltano gli impeti e mollano, al dorso delle mani raccolgo rassicurazioni che non ho. Parla la pelle, che increspata accetta e mi solleva. Crinali di desideri fluttuano ed in essi precipita il mio cuore. Al cospetto di una città che ci attende e che ci osserva abbandoniamo insieme l' individuo per divenire d' un tratto altra cosa inconoscibile. Fusi in un attimo che sa di immenso riconosco in lei le mie sembianze e vedo lei guardarsi in me riconoscendosi. Avvolti da quel vento e dal rumore, ci sogniamo di essere già stati nel momento che ci aspetta e di riflesso aver vissuto tutto quello che sarà senza lasciare traccia alcuna. Piovaschi di emozione convoglieranno in burrasca trasformando il fiume in cielo e il cielo in terra ed edifici. Lingue d' asfalto lunghe come nuvole attraverseranno quel soffitto in movimento, mentre l' impronta a terra di quella luna che accompagna sarà un tombino per le evanescenti follie di due amanti furibondi che si incontreranno fino a spegnersi pian piano sotto i colpi di una intera notte e di un chiarore che già annuncia l' alba. Ora e' tempo di andare, licenziandosi da quegli istanti si rinnova un desiderio sordo da consumarsi in una silenziosa alcova.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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