24/02/17

FamoStoStagno.




                 Beh, oggi e' il gran giorno. O meglio, potrebbe essere per Roma un nuovo passo verso l' emancipazione e lo sdoganamento da certi personaggi che da decenni la opprimono, oppure no. E tutto sta, purtroppo, perché la natura evidentemente pubblica del problema, ha veramente molto poco di privato, come invece continuano a dire in molti per fare pressioni sulla giunta, e riguarda questo cavallo di Troia che deve dare il via all' urbanizzazione di una intera area di non so quante decine di ettari, lo stadio della Roma.
Oggi dunque e' il gran giorno. Oggi si deciderà per un si oppure per un no. Parliamoci chiaro, questi signori sono delle cinture nere di sciacallaggio e raggiro, di ricatto ed utilizzo improprio della Comunicazione e, per intenderci, le sapienti lingue dei degni compari d' oltreoceano non sono affatto da meno. Mi sorprenderei dunque, se alla fine non trovassero la strada per far dire si ad una giunta ancora troppo giovane e poco robusta per nuotare nelle stesse acque di questi squali, ma, e c' e' il ma, e' anche un enorme banco di prova per i cittadini romani di fede giallorossa. Si può finalmente valutare ad un effettivo banco di prova, il livello di maturità raggiunto, il livello di consapevolezza, degli abitanti romani, ai quali, per una volta, viene chiesto di mettere da parte l fede sportiva e valutare con terzietà, solo sulla mera opportunità che a una megalopoli simile sia data luce.
Sono convinto che c' e' ben poco per la Roma li dentro, e sono convinto che non c' e' proprio nulla per gli abitanti di quella zona. Ma in un sol colpo, Parnasi attraverso il plusvalore dei suoi terreni regolerà tout court le sue pendenze verso Unicredit, la banca, grazie a questo plusvalore rientrerà concretamente di una buona fetta di debiti congelati dalla Roma e, con la blindatura di questo legame ad incrocio, entrambi potranno agire da braccia e mente per inchinarsi al vero soldato coi soldi, quello americano, che ha chiesto garanzie su questa speculazione fin dal suo primo insediamento, utilizzando a tutti gli effetti l' associazione Sportiva roma come mezzo e tutto questo schifo come fine.
Oggi la giunta non sarà il centravanti, sarà il portiere. I cittadini romani potranno scegliere se essere guanti o difensori sulla linea, oppure chi ha venduto la partita per suoi scopi e fa autogol.
Coraggio Virginia. Coraggio Roma.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

14/02/17

Scorre lento il Tempo.





              Scorre lento il tempo. Sotto i colpi del Generale Inverno come un fiume ghiaccia e cela entro i confini suoi, solidi, un ridotto flusso. Gocce che pendolando sotto il freddo divengono cristalli e, a ogni momento, una caduta immagine di liquido essiccato si offre a chi la osserva. Madido andare stabilizza e aspetta, riposa. Come in letargo anch' io, sospesa la parentesi di sonno affioro e sciolgo, e in un risveglio ancora opaco ascolto, come se quella penna e su quel foglio non ci fosse che silenzio raccontato. Tace in una freccia scagliata e, dentro l' arco e quella corda che ora flette, taglia il vento come fosse lama, mentre incide solite tenaci resistenze che al passare si abbandonano soffiando come il fiato di uno yak.
Scorre lento il tempo. Abbandonato ai flussi di una vita che attraversa e che si affaccia. Esso stesso si comprime e si dilata a suo piacere fra esperienze e mutazioni di un presente chiuso dentro gli occhi di chi osserva. Pugni a terra, e scaglie, e polveri, testimoni di un presente che deflagra e rimodella. Anime e corde, fuochi fatui e sabbie che mutano colore. Mendica l' angolo di un sogno fra le nebulose oscene voglie dell' inchiostro. Scorre come pioggia di olio su una tela e fa dipinto di quel nulla invisibile agli altri, mentre vulcani e sismi strappano il tessuto del momento distaccandolo fra varie componenti.
Scorre lento il tempo. Sciame di scosse e polvere gialla che si alza, che non ne vuol sentire di placare il suo feroce impulso. Tremori affiorano qua e la di tanto in tanto, fra nuove polveri e nuovi pugni a terra, fra tutto quanto quello che non va e una insana voglia che trasale. Scioglie quel ghiaccio che torna a gocciolare, e sciolta e' la pietra lanciata dentro al mare. Fumose laviche colate immagina per ritornare a scrivere e fare in maniera tale che tutto si comprima dentro un battito di penna ad asciugare. Complesso di brividi di gelo ed aliti che vanno via. La pioggia passerà per far poggiare polveri, e dopo nuovo Sole asciugherà gli intenti. Ad una stalla delle bestie torneranno per mangiare e abbeverarsi. Di tutto questo non sarà rimasto che una piaga amara dentro le carni di chi lo ha attraversato, ed un bicchiere pieno imbeverà  come l' inchiostro che si poggia sulla carta di una pagina che già lo aspetta. Scorre lento il tempo.

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