27/05/15

La vittoria di Pirro.




          Candide voci lontane raccontano un destino dove afflitti corpi sospesi vagano in un oblio inconcludente e senza meta alcuna. Vanesi tormenti e soddisfazioni estirpate dagli angoli più sporchi della cute vengono vissuti come trionfi ed abomini di superflue intensità emotive.
Sono orribili repliche di se stessi in un istante di respiro che ha salvato corpi prossimi al soffocamento. Gettano via a migliaia, e vedo maschere cadere, di minimi che sindacalmente assistono al grido spezzato di una preda sfuggita di un nulla al suo ovvio destino.
Acredini sono messe da parte mentre i violini stridono le loro note su corde spezzate lungo il terreno di una chiesa mossa. Sgominata da quelle bande di ladri vestiti da maggiordomi più nulla possono dentro questa vittoria di Pirro mentre in loro adesso vedo tenerezza più che pietà.
Lo sanno loro, e lo sai anche tu che assisti inesorabilmente al tuo tramonto ed al tramonto della tua menzognera storia. Il tracciato di un domani illumina già da tempo la strada di altri, rimarcando nelle tue bombole di gas finite l' eco di una falsa gioia e di un circense inoperoso impeto. Vedo coordinare ad hoc villane esaltazioni al cospetto di una promessa durata una vita, di avere tutto e poi di non avere nulla. Rimangono lì, come inebetiti automi, a rimbalzare su quel tartan mentre di fronte la sontuosa immagine romana ha avuto gloria e lustro già al principio.
Cardini divellono di una pressione insostenibile. Agitano e viscidi da contraltare fungono ad un unico vessillo che racchiude millenarie sorti. Verità contro menzogna, atonia verso rumore becero. Sapienti mani passano e le nuove costrizioni albergano nel cedimento degli analoghi documenti dello stesso archivio.
Sottile e raffinato e' il gusto di una lettura sublime che ci racconta di un capanno "pippa nera" nella zona che non aspetti. Appare severo ed in termini di dileggio ma con pirandelliano sentimento del contrario affiora duro ed esaltante il vezzo di sapervi inclini a ricercare in noi tutto ciò che non e' mai esistito quando dell' altrui cammino non vi fosse traccia.
Quel coordinato inelegante poi e quell' abbracciarsi come se fosse un gesto di commiato. Vedere lembi di tessuto indosso in cui noiosi temi affiorano colpevolmente citando altri di essere gli artefici della vostra noia. Gaudio in tutto ciò, mentre le note del mio Inno e del fatto che io resto, danno contezza di quanto poco sia l' avervi in fronte.
Al cospetto di una dignità che accelera l' amore, siete voi, che fermi assorbite navigando nelle mediocri pareti di una stalla messa li da parte. Briganti al soldo delle vecchie sfere, aedi falsi di virali storiche bugie, son tutti lì per salutare ancora questa nuova decadente gioia per il nulla, che si aggiunge all' ennesima dimostrazione di quanto piccolo e volgare sia il mondo che vi dona l' esistenza.
Carenza di sospetti e celeri passaggi di vernice assicurano ancora quel poco che riuscite a dilaniarvi in un conflitto di superstite emersione. E a chi non teme, e a coloro che sono in grado di osservare la verità negli occhi senza riverenza, disciplinatamente comunico che le aspettative non sono evanescenti, e che ciò che ci distingue e' questa nuova consapevolezza che stiamo andando a prenderci. Con buona pace di chi del suo conflitto agli altri ha fatto prova di tangibile violenta ipocrisia, serenamente i miei colori arrivano in un cielo terso dove non esiste spazio per la grama vita di un insetto. E con la sobrietà di chi vi vuole in vita per assistere al flagello di una inerzia prolungata dentro un alveo di infima bugia, rallegrandomi del mio guardarvi sorridente vi ricordo che risale a due anni or sono l' era di un nuovo futuro che vi nega l' avvenire. Da quell' esatto istante ciò che credevate fallimento ha dato il la all' inizio della lenta sofferenza che vi guiderà verso la sfera degli estinti. Buona camminata in questo purgatorio di follia che vi appartiene.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved












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