27/05/15

La nuova via.




          Finalmente libero! Andate via indecenti inconsistenze, tentennamenti frigidi e volontà sopite, proprio in un giorno dove una pioggia costante ha accompagnato il mio tempo, da un punto del cielo osservo uno scampolo di nuova luce che rischiara. Luminosa e sola squarcia la volta di quell' immenso soffitto e allontana nubi cariche di elettricità che si propaga. Piccole risacche di un umore sgonfio, dal quale si dissemina energia dispersa invano per cucire nuovamente quell' involucro di voglie deliziose.
Torna la sintesi di quell' essenza persa. Oltre lo sguardo il cuore pulsa e quella direzione opaca si fa strada in altre nuvole dissolte che si smacchiano. Torna nitido il percorso che riaffiora in breve. Getto gli occhiali e non ho più bisogno di sgranare gli occhi per mirare esattamente quel che cerco. Vele gonfie di una brezza nuova strambano scintille di concreto, che come lapislazzuli caduti sul terreno esplodono macerie di cristalli ed onde. Vertici fradici per la pioggia caduta ora si asciugano, ed il pensiero di una forma già smontata scaccia via le tele in strada come fossero dei recipienti di colore in una caotica kazbah.
Avvitate congetture schizzano via lontane senza pensiero alcuno che non sia reale. Ancora loro e quegli orribili fili tesi, tenute in piedi su quei volti, e su quei volti elettriche e saldate. Altro che maschere, ancora maschere, fatte di cera sciolta e di una crema muffa, mescola di paraffina e spersonalizzante liquido di ciò che si dev' essere. Ed e' un parapendio lanciato al vento che si sgancia, mentre tutto quel filo di recupero si avvolge intorno all' unico timone che può dare direzione.
Allegro e saltellante ingoia tutto il suo timore per quell' ennesimo loop, precipitando ascolta e pensa, quando poteva farlo già da prima, e quello che raccoglie e' per la verità un pallone sgonfio che si affloscia per la sua velocità sconsiderata. Ricche risate e musiche nuove, preludio ad un sollazzo ed alla danza. Scivola via tristezza come olio, e dentro l' olio frigge ancora, rumoreggiando come scrocchio e tuoni insieme. Prende il volo in un velato avvolgersi e guarda per la prima volta nei suoi occhi. E in lei si perde, sperando, temendo di non ritrovarsi più. Quel lento movimento che concilia e che già serra gli regala vento che da tempo e' sconosciuto. Come perla messa in fila, ad altre perle scaglia, per rompere il suo guscio e la conchiglia. Io ringrazio te che ancora non lo sai di quanto mi permetti. Tenebre crucciate e continui cambi delle idee solfeggiano come un' orchestra dove tutti gli strumenti ora si abbracciano. Contrabbassi che suonano le viole, trombe, il maestro e il pianoforte, ci sono oboe, corno e cornamusa, per poi posare gli occhi su tutti gli altri fiati e la grancassa. Concerto di novità e quel quaderno nuovo cui donare il titolo. Pentagrammi e linee dove note si disseminano piano. Coriandoli festosi e un pò da bere, a suggellare quel nuovo confine che si passa fra le cose andate e l' umano divenire. Altra pagina di quello che sarà, al cospetto di una frase chiusa che si lascia andare via nemmeno scritta, mentr' io mi voglio perdere nel vento del tuo cuore come se dolce limitasse un pendio ripido fra tutto il calore che posso ed il sollievo che mi dai. Scivola via, come quel fuoco fatuo che si spegne, butta via brace e getta l' acqua sulle ceneri, questo nuovo suono che sa di boscaglia fitta già piace e fra gli incontri di rami e sulla macchia bassa si ritrova in un sentiero pronto per portarci ancora in vivida realtà che fugge idiote maschere e finalità seconde mai ottenute.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved


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