25/05/15

Come corde, come liane.




          L' edera risale quella parete e vi si lega come fossero legate l' una all' altra. Foglie lucide fitte come un alveare a comporre questo mosaico verde che ridipinge e dona vita a pietra e tufo fermi lì da anni. Al soffio del vento risponde un dondolio leggero che come in un valzer su una piazza agita le foglie nella stessa direzione. Il rampicante dolcemente coccola e nell' abbellire finemente ridisegna, così come fa il tempo con le sue fasi ad aggiustare cose che credeva fossero distrutte e andate via per sempre. Quel verde cui la pioggia della stagione invernale ha dato rigoglioso impeto, adesso appare meraviglia e la scalata delle punte resta in attesa degli eventi e delle nuove fronde da appoggiare. Una finestra chiude e taglia la sua strada, che aggirando risolleva verso l' alto il sogno di un bagliore intenso e nuova luce fino al tetto.
Quello e'! E staglia all' orizzonte quel calore perso da un tramonto che scollina, mentre una foglia nuova mi accarezza come fosse stata sempre e divenuta mai. Spirali ed altalene, sulle quali quel bambino oscilla come fosse ancora in tempo per non crescere mai più. Fissa col suo movimento il ricordo di un' età oramai fuggita e nella stessa danza rifocilla il suo sorriso guardandolo dagli occhi suoi lontani.
Tramutato il corpo, mai ciò fu per l' anima. Come quell' edera continua la ricerca di quel sole caldo, come le foglie poste al vento dondola celando ai più la strada che ha percorso per raggiungere la cima. E altra finestra segue, dopo che la prima ha deviato il percorso per un tratto cambiando le valutazioni di un evento già accaduto. Come corde, come liane, sfrutta e serra, crogiolandosi dentro una strada nuova e differente, dalla quale gli orizzonti mutano e le cose appaiono diverse ancora. Come in un tempo andato via sento oscillare ancora quello sguardo di bambino e nell' immagine di un' altalena vuota stringo il mio ricordo per sentirlo vivido ed ancora più presente. Torna la scena, e un alito di vento dona al tutto anche altro movimento. Foraggio di un nutrito gruppo di pensieri, dove il coraggio implode e nuova linfa scema, per poi concedere all' eternità solo un istante nel quale verso tutto ciò che sono.
Andarsene in silenzio fino al suono. Scrollarsi il tempo su quell' altalena dondolando come foglie. Questo il segreto per giungere dentro quell' alveo di anima statica nel sempre. Sigilla e ceralacca timbra, al fuoco testimone scioglie, e l' edera sembra danzare ancora come fosse ora felice. Rami di storie apparenti, steli di pietra e rampicanti. In una storia cupa di denso andare via rimane tutto, mentre quel cuore attento dal terreno si propaga col calore e la natura di un' ovvia rinascita. Archi di liquido e frecce usurate di terreno incontra la parabola di un verde lucido rimasto fermo ed attaccato. Il movimento invece simula la morte apparente nascondendo fra i legni e fra le pietre nuova vita e sentimento. Arde in una fase REM la storia di tutto ciò che era, bollendo il suo trascorso, fra quegli attimi che annunciano il risveglio. Cela dentro nubi incandescenti il suo solstizio. Rinnova una stagione e piega vecchie foglie che coperte se ne vanno via per dare spazio a candide pressioni e nuove idee di tatto cui pian piano si abbandona.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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