01/06/15

Insetti.




         Emotività solventi si disciolgono mistiche in sensazioni e si propagano, diffondendosi così fino a distrarre il confine nebuloso delle vecchie percezioni. Come uno sciame di insetti vola in cerca di nuovi campi da assalire, mentre un ridondante suono di carillon lontani accompagna, in una tenebra funerea, il lento movimento delle polveri che al suo passaggio si sollevano.
Acquitrini ed altre orrende misture di guano e gocciole di secrezioni precipitano al terreno, coprendo, e allo stesso tempo nutrendo intere fette di orizzonte buio. Lo sciame immenso alberga ed ospite sottrae, derubando per poi restituire al fermo piano quanto tolto. Nuova musica e decolli all' unisono per spostarsi ancora, lasciando il selvaggio tracciato di un passaggio volgare e che non ha mai chiesto scusa. Dissipa quella nube in movimento mentre il cielo si rischiara e all' orizzonte quella cupa sagoma via via scompare.
Corridoi di briciole e sorgenti sgorgano fino al martirio della mora schiuma, mentre raffina lentamente a riva, e a fondo appaiono cristalli nuovi come le intense e divaganti crespe che dai ciottoli dipingono lo strato.
Vertebre di un tracciato liquido che ripulisce, come mastodonte accresce e foraggia mentre al passaggio insetti triti poi convoglia in questa nuova catena alimentare.
Come ali di drago, incandescenti polveri e altro fumo alzano il livello del calore, dove la solfatara esplode in una tossica penisola di nuove bolle, e dove il raccapriccio di un passaggio greve si dipana in un ricordo nebuloso di una triste fase andata.
Organi e steli da terra danzano, volgendosi al volere di quel vento che in un tempo fu nemico, mentre un raccordo dolce in un rumore tiepido riaffiora candido, portandoci nell' aura di un laghetto naturale. Alberi e brughiera spezzano il paesaggio monotono e dal dipinto lentamente si distacca crosta. Cadono a terra come lembi di una corda logora fino al rastrello delle cime e della torba.
Ancora nubi arrivano gonfie di nuova pioggia, ed in tempesta giungono, come danzatrici colme di follia, le nuove squadre degli insetti lividi che l' acqua porterà con se sapientemente, in una nuova sfera di rifugi e lunga attesa. Mosconi e vespe annunciano folate nuove che da rare nuvole grigie si presentano al conto di una nuova guerra. Violentemente gocciola fino a infittire ed a lavarne il capo. Avvolti come siamo, in un carrello concentrico di liquido cielo stellato, ossequiosi spettatori lanciano, fra le fronde e i campi, nuove lime di un velato e basso cielo, dove il suo promontorio giunge piano alle segrete linee di un confine confuso. Orridi lampi e rutti del cielo gonfiano insieme alla pioggia tutto quel rumore andato via, già minacciando invece per quello che permane e che spaventa. Corsare curve si ribellano al terreno, dove il rigonfiamento di una bolgia appena andata, restituisce nel terreno quanto ancora evaporato prima, e testa strato di una fetta che la assorbe per poi più rimandarla fuori e crescere la pianta oscura dalla quale vita si diffonde e crea radura.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

Nessun commento:

Posta un commento