17/03/15

L' incanto.




Di tutto quell' immenso che la vita mi ha donato, tu mi hai donato tanto,
ed il tuo tanto, ha tramutato tutta la mia vita in un incanto.
Rifletto ogni momento a quanto e' stato,
e quanto e' stato, e' stato solamente perché tu me lo hai portato.
Trascorrono giornate irregolari, senza mai temere che possa essere finita,
di tutte le persone che han raccolto, molti, non si sono resi conto mai di vivere una vita.
Scivola via lento e quasi stanco, logoro, talvolta il mio pensiero,
ma posso confermare che ciò e' vero, e intendo tutto quello che io scrivo.
Non ci sono spazi vuoti, ne angoli smussati oppure porte aperte,
esistono soltanto caldi affetti, sfrenata voluttà e azzurro fuoco che riflette.
Dondolo via dal tempo, come vedo dondolare quell' altalena,
e dondola lei con me, oscilla in basso, e dal terreno mi vedo la schiena,
capovolto e struggente, di colori pastello si mostra il paesaggio,
quando poi appena ruoto, e più evanescente, tutto il contorno diventa un assaggio.
Sali tranquillamente, sembra dire, vieni a conoscere la mia vita,
guardala da quell' albero, resta li appesa, come una foglia che non e' svilita.
Aceri che resistono alle intemperie, non temono scossoni, ne problemi,
caldi orizzonti madidi, riflettono liquidi, come ruscelli che solcano limiti che sono alieni.
Volto a Levante e' il Sole, si annuncia luce, poi si alza e scalda,
giunge un tepore nuovo, e' tinto di giallo e sembra mostarda,
Candidamente accetto, anzi felice di quanto vedo,
fumano i prati e le foglie come se fossero su un grande spiedo.
Nocciole a terra ruotano, solchi scavati e van via lentamente,
fra curve di  piante fradicie nasce la vita, ed e' come una lente.
Copiosi fiotti d' acqua si raccolgono, e sono rigagnoli di terra imbevuta,
Migliaia di microbolle si elevano inafferrabili, a somigliare a un' orchestra che e' muta.
Suonano vapori acquei, e il fruscio del vento, piano piano fa il suo dovere,
e dondolo ancora inerme, resto a guardare senza sapere,
puoi fare lo stesso, certo, se sei quella foglia che era tenace,
se non sei soltanto altra foglia, che ha timore di ciò che le piace.
Fuggi da te, fallo pure, come oscilla cadendo al terreno,
Corri, corri via forte, tanto e' l' acqua che lava ed annaffia, ed e' già tutto pieno.
Giunta al fiume e poi al mare, sarà solo il viaggio che hai fatto a parlarti di te,
fra curve e discese più grandi ne avrai pure cura, ma se ascolto non c'e',
resterà solo il terreno franato di una riva, sotto il tuo imbrunire,
sarà soltanto un lontano ricordo di un' idea che non hai mai voluto carpire.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved





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