18/03/15

Breve analisi della disperazione.




       Mormora quel suono che come un sibilo cammina fra i divani silenziosi di una sera spenta. Ambiti sconosciuti separano dalle consuetudini gli eventi, mentre mi guardo intorno e vedo piatta disperazione celata da una follia dilagante. Quante vite raccolte accanto, difficili le scelte e quasi sempre sbagliate. Mi domando se quello che si pone di fronte ai miei occhi e' in realtà il riflesso di ciò che sono, oppure la naturale andatura di un fiume lento che cammina al mio fianco.
Coordino i movimenti della bocca per controllare le parole che vorrei dire, impedendo all' amarezza di travolgermi per chi non ha scelto di dilatare il suo Ego per mostrarlo davvero agli altri per come e'. Ad essere bloccati sono spesso i pensieri, anche se talvolta riconosco che e' difficile non essere me stesso e dire ciò che penso di una maschera che vaga su volti ormai privi anche dei tratti somatici.
Valanghe di mute delusioni che mi fanno allungare la mano sull' entità dei danni provocati dalla totale assenza di concretezza di questo periodo storico, dove il pragmatismo degli anziani e' stato abbandonato per un' esistenza fittizia costellata di cose inutili. Mi chiedo, mutuamente accettando l' involuzione relativa agli oggetti, per quale motivo sacrificare anche l' anima a questi oggetti, intorpidendola e rendendola quasi incancrenita, al punto tale da far subentrare una disorientata miopia che impedisce alle menti il pensiero e forse anche l' istinto.
L' attenzione per i primordi e' in realtà l' attenzione per noi stessi. Teniamo tanto a discostarci dagli animali ma quello e' ciò che siamo. Trascorrere una vita da finti composti sacrificando l' istinto alla bestia, quella vera, che alberga leggiadra nelle nostre membra. Essa ci impedisce comoda di elevarci al controllo della nostra "bestialità", alla sua gestione; così facendo, il risultato che si ottiene e' quello di svuotare la gran parte dei nostri momenti del loro significato, di renderci disattenti agli istanti che trascorrono. Interminabili catene di istanti colmati dal nulla, comprimono la nostra bestialità in alcuni picchi di tutto (outliers), ed e' per questo che io credo esistano le tragedie. Delitti, suicidi, omicidi, non sono altro che l' insieme dei vuoti che la socialità odierna, mista alla nostra intervenuta incapacità di gestire la nostra "bestialità" ci impone. Come esseri atrofizzati, o come cellule tumorali, restiamo latenti, inoperosi, non siamo in grado di allentare, di guardare dentro di noi, di comprendere. Tante volte si tace il disagio, come tacciono a volte le mie parole, come le maschere di chi non comprende che la grandezza non e' in se, ma nella vita stessa che si attraversa perché e' esperienza da tramandare agli altri.
Se si avesse più attenzione per i nostri sensi, tutti dati, tutta esperienza, probabilmente i conflitti sociali e le devastazioni personali sarebbero arginate. Spalmeremmo le nostre riflessioni su un lasso di tempo più grande riempiendo più istanti e svuotandoli da quel nulla che se ne e' impossessato. La conseguenza sarebbe immediata, avendo un immediato beneficio del rapporto che gli individui hanno con il tempo, e finalmente allentando, rallentando, perché una vita fatta di istanti pieni di intensità ha bisogno di più tempo per essere vissuta rispetto ad una vita dove i momenti restano vuoti. Non sono uno psicologo, ma questo credo andrebbe inevitabilmente ad incidere anche sul tasso di "delittuosità", ma principalmente rendendo le persone, e conseguentemente le interrelazioni molto più interessanti perché se si ha qualcosa di interessante da dire c' e' sempre qualcuno che e' più disposto ad ascoltare rispetto ad individui che possono parlare per ore senza dire assolutamente niente. Abbandono questo mondo schizofrenico per ritrovarmi nel mio, parallelo, con le mie frequentazioni, dal quale ogni tanto mi affaccio per vedere di là. Parlo un' altra lingua, non con la voce, ma anche col resto dei sensi. Credo di vivere ad un' intensità elettrica differente da molti, ma posso sbagliare...

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved








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