01/12/14

Sottosopra.




      Vascelli capovolti adagiati su soffitti d' acqua increspata. Dondolo su un terreno di nubi grigie e la burrasca si solleva dal basso mentre i lampi sono scosse accese che si liberano nell' aria. L' inerzia non esiste ed i corpi fluttuano trasportati da un vento caldo che arriva dal nord. Pilastri di ghiaccio bollente e tegami fumanti abbassano idrometeore. Tempeste e vortici di silicio in sabbia feriscono e lacerano i tessuti delle nostre vesti, mentre possenti dromedari hanno il peso dei viaggi e delle pene sotto i loro zoccoli, limando il terreno con una soma gonfia di otri di sale aperti che piovono luce.
Altre dune passano mutando dall' ambra al cinereo, come tendaggi antichi dipingono un sipario di polveri e grani, mentre il salto di uno sciacallo ammette roditori in un terreno di vetro fine e curve cangianti. Galoppa una libellula nella sottile frontiera del cielo, facendo attenzione a non allontanarsi troppo dal calore diffuso da quel soffitto. Lacera quel tendaggio una pozza di liquido sospeso che, come un' oasi da speranza, lima le identità di chi l' attraversa nel rigore di chi ne obbedisce le ardue regole.
Accolgo in me lo sguardo tondo che giunge da sud. Chiedo al mio inconscio di interpretare quanto non vedo, e di quel che vedo quanto non torna. Un rovescio silenzioso alberga nelle mie idee soluzioni che altri non posseggono. Capovolto il mondo nutre l' intensità dell' essere e perde monete cadute come pioggia su terreni di aria tersa. Se l' Inverno portasse la neve scioglierebbe dubbi ed altre inerzie, fino a far giungere le intenzioni davanti alla porta delle scelte nitide, fuori da ogni rango di celere conformità al paesaggio ed al tempo che stiamo vivendo.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

Nessun commento:

Posta un commento