27/12/14

Piatra Neamt.




    Volti di vetro e cristalli attraversano nuvole e nebbia, dove il freddo si adagia lasciandosi dietro pulviscolo e crepe. La virata del vento attraversa le giacche e dal ventre congela le ossa. Sono ibridi di sensazioni inavvertitamente confuse o rovesciate, dove il gelo fitto abbandona il corpo a percezioni di bollori e vapore. Mescola delle volontà e criteri capovolti per difendersi dall' ipotermia cerebrale, che attanaglia, che non lascia, fino ad avvolgere il residuo corporeo e le periferiche dita di mani e dei piedi. Vortici velati di brina come resina poggia al terreno ed agli alberi mentre gli occhi ormai rossi di madido freddo resistono e osservano per quello che possono. Lo scenario che si offre e' offuscato, quasi portato via. Come una foto sfocata lontano mi appare, coi contorni di nuvole grigie e tremante confine. Barre di neve si spezzano a tranci e slavine scendono pattinando e frizzando sulla neve in caduta. Un abete mi protegge, un abete mi tiene. A quell' abete io mi aggrappo cercando di non lasciarmi andare alla desolata e mistica visione di una polverosa notte insonne al cospetto del tuono di ghiaccio che osserva questo gelido cubo nel quale il mio cuore sta battendo lentamente.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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