09/12/14

Cheers.




     Portane un pò anche a me, e' giusta e quel colore ambrato mi fa venire voglia di toccarla e farla mia. Fammene accarezzare il fianco, lo voglio fare con il dorso della mano mia, quell' elegante fianco. Fammi baciare le sue labbra fino a sentirne il gusto, e quando lei comincia a prendermi, io prenderò lei. Falla muovere meno che puoi, perché e' a me che tocca, voglio pensarci io, scaldandola con la mia mano, respirandola e che il suo buon odore si avviluppi intorno per donarmi ancora un desiderio in più di averla li con me. La sorseggerò piano, come se fosse un' emozione ogni momento, ma la gusterò per tutto il tempo necessario, fino a quando la mia lingua avrà smarrito anche il pensiero di quello che lei era, fino al punto di farmela desiderare ancora e prenderla per farla ancora mia. Fredda la scalderò sapientemente, e le mie dita non creeranno solchi ma direttrici entro le quali come vetro il corpo suo si lascerà cullare, quando il suo gelido sembrare scioglierà gocce d' acqua fino a terra per poi perderle in silenzio.
Già, il silenzio, silenzio e sorda sta, ferma in attesa di una nuova mano da cercare, quella mano va a cercare, e quella mano arriva. Di nuovo un impeto che muove, ali di rumori si allontanano e le luci fioche danno una contezza di fiabesca visione. Guardami mi sembra dire, prendimi, fino alla prossima non posso essere che tua. Cullo lo sguardo profumando le narici del suo olezzo, di nuovo ne prendo, e la mia bocca da serrata s' apre, per nutrire ancora il gusto di colei che giunge. Il tatto e' coinvolto perché e' presa e non va via. Sarà per quell' attimo così sublime che cerco intorno un altro interprete di questa voluttà di sogno, un complice con cui condividere l' istante in cui quel tintinnio completa. Due vetri che si incontrano fan si che anche l' ultimo dei sensi si coinvolge e con gli altri e' a chiudere quanto già di più perfetto non accade.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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