16/06/15

To John, Emily Elaine and Christopher.




       Nell' aria volgo il mio sguardo e il vento ascolta gli occhi miei nei tuoi che si diffondono. Viscere ed ignoto di un tempo andato riaffiora come se il momento ci volesse usare per il suo star bene. Aliti e quelle tue mani che rilegano i capelli in una danza di sorrisi e comprensioni tenere. Parlano di una vita ormai distante, andata via, che torna, e in quell' incontro l' inchiostro dei ricordi ricomincia a scorrere come quel fiume placido, e in quella intersezione si innamora nuovamente. L' idea veduta andare via nel tempo come foschia lontana si rischiara, e quell' anima serra le due estremità del filo tentando di allacciare il tempo scorso a quello che verrà. In mezzo la mia idea, la tua, di una matassa nuova da filare che, candida come la neve si riavvolge dolcemente ai nostri cuori mantenendoli vicini. Andare via e correre lontano, convergere per ritrovarsi ancora in questo nuovo tempo, dove già tutto e' successo e dove ancora pagine di un libro nuovo sta scrivendo. Avido di pagine e di carta, fitto di silenzi e pause dove a scrivere e' la pelle, solo lei, che incontra verticali tatti e dita che si incrociano, diffondendosi come un gelato sciolto e che si scalda, per poi rimescolarsi in un colore solo e indefinito che non ha espressione comprensibile se non per chi lo vive.
Il dorso di una mano passa sul tuo viso mentre ascolto tutto quello che hai da dire. Sei in me come sei stata sempre, e quell' impercettibile ricordo si aggroviglia ancora in qualche goccia di me stesso andata via per non morire ancora in tutto quello che e' rimasto. Vira di nascosto e timido volendoti sapere li vicina, poi in un' imbarazzante incrocio gli occhi miei si tuffano nei tuoi per ritrovar me stesso. Quell' epidermica sintonia che sa di affinità elettiva, quell' empatia che e' esplosa in una frazione di attimo quando la paura ed una nuova timidezza sono entrate a spinta nella voglia di saperti ancora qui. Come una danza la mia mente ridisegna sinuose curve di benessere sopito, spacca come un pugno buono un' altra volta la mia vita, entrandoci per ascoltare e definire come una massaia mette a posto gli abiti dentro un armadio. Crisi di identità lontane e fiori mitigano quell' attenzione al minimo particolare, scrutandoti per ritrovare ancora quelle notti e quel cammino che tu mi donasti quando fummo insieme sotto il cielo di Parigi. Da me, e per conto mio, vivendo costruisco ancora nuovi risultati divagando fra le cose serie e quelle che non hanno più la voglia. Baccano e intere pause si interrompono per far riflettere e come uno specchio vado via da me per ritrovarmi ancora un altro istante vivido, solo senza aver timore. E insieme a quel dipinto di infinito, dentro al quale ho voglia di pescare ancora quei colori nuovi, in una mescola dispersa io mi crogiolo sapendoti con me. Aria e vento che si sposano in una sapiente alternativa restano come testimonianza di una via che appare chiara. Nulla e' cambiato da quel momento in cui io passeggiando vidi quei capelli rovinare in giro fra uno sfondo di quel quadro che da quel momento io ho voluto fosse mio. Nulla. Se non quel tempo andato in cui promesse fatte e disattese ci hanno impedito un sogno che volasse insieme a noi, lungo la parallela di una vita che si interseca di nuovo in un incontro. Sorry.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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