11/06/15

Il volo della fenice.




        Algida rinasce e spiega l' ali la giovane fenice. Si schiude l' uovo e i suoi colori esplodono  attraversando il tempo andato e comprimendolo nel nuovo becco. Folto il lungo timone e ricco di tonalità cangianti, mentre una nuova curiosità dipinge ancora il suo tracciato che da Mesopotamia a Grecia la cavalca in un cielo sospeso. Soste e riposo in una Arcadia, brillanti luccichii di un esemplare solo, aliti di luna e aurora che massaggiano le nuvole dal suo pregresso al poi. Vola come fluttuasse, dorme come ricordasse, candida luce di pulviscoli dorati e blu, dispersi dentro al mar Mediterraneo fino a rimirar gli effetti di candele sotto l' acqua e come specchio avvolto di un Autunno che rilascia rubini ed ametista. Oltre le fasi di risveglio come mescola del dopo e del prima in un sol battito di ali appiattisce il tempo, donandogli solidità come a una pietra e cospargendolo di farinosa acquamarina. Granelli e pepite di vari colori mi accompagnano spiando il volo di quell' animale, passando su vulcani immensi ed isole d' Egeo comprende quelle macchie di colore e se ne rasserena. Fremiti e le scosse solite di un intimo già conosciuto accarezzano il dorso piumato della bestia, e in un incanto come folgore precipita sull' isola di Creta. Sabbie rosa e creme di tramonti laccano indelebili l' unguento di una vita che rinasce, donandosi quel tempo di un momento dove il cielo sta passando ed io lo osservo prendendone ricchezza e fulgida costante frenesia. Some e dorsi di terreno, carichi di nuove luci in un ingombro si aggrovigliano spezzandosi come le stelle in mille parti e rilassandosi nel mare come gocce di diamanti. Specchi di arcobaleni multipli assecondano lo stagno della fantasia nutrendone il fondale come in un cenote turchese rovesciato. Lo splendido rapace con dei movimenti a spirale fa bollire il mare in tante chiazze di colori e sfumature. Mitico animale in solida clessidra si dimena fino a giungere nella mia vita andata e nell' aria terrena. La vedo e so che vede me. Quella fenice si rigenera e mi nutre il cambiamento. Resto a farmi ripulire dalle cose andate e ho nette sensazioni di rivivere ogni volta un' emozione nuova a nuove intensità e basse frequenze. Accade in un lasso di tempo che non controllo. Lei mi prende e mi guida verso nuovi scavi dell' anima, come archeologi a dissotterrare senza danneggiare. Celandomi le cose estinte e rimembrandole come esperienza, ma aggiungendo un nuovo strato di una curiosità che diagonale si inserisce nelle nuove somme vette dell' ascolto. Elaborazioni di una scena dove io rivedo lei dentro lo specchio, e come flusso nuovo di tempera e brillanti divarico le braccia come fossero altre ali. Lei e' lì a raccogliere in me le sue volubili sorgenti di pittura. Argini, barriere cedono, si fondono in altre mescole dove i colori si diffondono cambiando il cielo in un vortice di arancio tenue ed il terreno in una macchia densa di smeraldo placido. Abiti nuovi di colore e morbido cristallo, fremiti di una fenice che per scuotersi rilascia il suo mantello. Attimi di incontro con quell' individuo informe che vedo parlare , dall' abbandono a suoni di una sagoma che si infittisce mescolandosi col resto quando me ne voglio andare. La fenice spiega le ali e e' giunta un' altra volta l' ora di partire. Sfuma quella scena e nuova carica riemerge in un intento nuovo di provare a vivere come mi va, lontano da quei dogmi cui molteplici risacche di anime decidono di sottostare obbedendone ai dettami.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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