17/06/15

Le affinità elettive.



     Camminava senza una meta disegnandosi tracciati immaginari e percorrendoli credendo di volare insieme a quei gabbiani che aveva visto andare via.
Calpestava il non senso di una staticità pietrificata, mentre il rumore dell' acqua non lo interessava ed il fruscio del vento sosteneva le sue mani aperte per poi passare fra le dita.
Anime gelide gridavano lontane e fitta nebbia si accalcava a strati nella mente, l' immaginazione cavalcava tutte le sue aspettative mentre specchi esplodevano infranti dalle sue voglie e dal suo sguardo perso dentro un mare di pezzetti di vetro trasparente.
Saliva dimenandosi dentro i suoi desideri, dove la perfezione degli intenti irrorava nuova vita in un contesto vetusto di tessuti opachi e tele di polveri dove si poteva anche soffiare. Tutto si diffondeva fino a raggiungere una strana dimensione di tempo parallelo, dove onde venivano propagate mentre lui restava li a guardarle. Dune di sale grigio si accostavano alla zelante oziosità di chi non vuole andare.
Come un sergente rimaneva lì, piantato sull' attenti, e nuovo vento stavolta trascinava come rapide mostruose, donandogli una nuova posizione che supina gli poteva offrire il cielo.
Come uno stelo d' erba si agitava in un contesto empatico, dove le percezioni delle essenze rilasciavano altre essenze nelle quali si poteva anche tuffare.
Enigmatica frequenza bassa di una tela tessuta dove ha già piovuto, gocce di pioggia si fermano fra la seta già tirata regalandole un' idea di origine e primordio. Lo sguardo cade lì, a quella piccola cornice di realtà che focalizza. Dentro piove la vita, e quell' algida impetuosa mole che precipita in un lago basso, sente la spinta di un vigore solito ma nuovo nelle forme.
Spinge e supino danza nelle idee che osserva. Sue, come e' suo il disegno di quella nuova realtà che adesso dalla piccola cornice si diffonde. Accarezza il vento forte con la dolcezza di un "sempre" che e' rimasto sospeso. Evita gravità dannose restando in quel punto e vedendosi cascate immense rovesciargli sopra come una linfa tonica di un generoso fiume che lo bagna.
Salivano come dannate le nuvole in quello squarcio d' acqua dove si poteva intravedere il cielo, si avvitava l' eternità trascorsa mai in un tempo andato. Una bolgia di pedanti insetti e un' ansa rallentavano il trascorrere di quell' immobilismo. Il suo essere supino riavvolgeva il nastro di una consapevolezza a lungo cercata e dispersa in frammenti posti dentro le intere giornate trascorse.
Avido di nuove luci e somme vette, affogava nuovamente in quel sublime oblio di liquido che lo bagnava. Sostenendosi con l' intelletto, ma rilasciando tutta la sua razionalità per conservarne istinto, affiorava in una curva d' acqua che, come giaciglio, gli si offriva lenta su una pietra madida ed erosa.
Sospeso fluttuava per poi avvertire il freddo di un impatto molle con il viscido terreno, la cute intirizzita permeava ed assorbendo candida lucente novità si ridestava, lasciando però immutato lo scenario di una mente che stava evolvendo verso nuove straordinarie alghe di un imo confine.
Aria nuova soffiava, e la poteva guardare, come gradazioni di colore le scie del vento si dipingevano adesso di colori tenui che come saette sfilavano via ad una velocità importante. Su quei fulmini curvi ritrovava nuove le pressioni di un candore perso altrove e sciando fra le braccia si levava per librarsi e riaffondare sagoma di un trascorso.
Liberava la sua luce dalla parte inferiore dello stomaco, avvistandone di nuove dalle estremità di un corpo oramai assente. Convogliavano davanti agli occhi chiusi in un rumore che come musica si dilatava sulle scie azzurre e gialle di colori e vento. Dall' altra parte sostava nelle medesime condizioni un altro corpo, quasi andato via. Anche quello diffondeva luce depositandola sulle sue scie, che però apparivano di un rosa e verde.
Curve concentriche si intersecavano di quei colori dolci, e tenui distendevano le due esplosioni di energia interiore convogliandole in un nuovo comune spazio dove ciondoli di comete e scintille aggrovigliavano colori vari che andavano a ricostruirne tutto il guscio.
Di quella scena non ricorda molto. Quell' anima concentrica di due individui che si incontra, ricorda quei colori che come una pista a spirale si convogliano. ma quello che resta indelebile e' quel ritrovarsi in una intensità che viaggia a limiti di mondi che per lunghi tratti son sembrati conosciuti, però in un tempo già passato e andato via.
Se esiste la reincarnazione, lui tutte le altre vite le ha vissute incontrandosi con lei.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved


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