30/07/15

Tracce nel tempo.




          Quiete regalata dalle placide montagne dell' Appennino, dove le giornate sono tutte uguali eppure tutte molto diverse agli occhi di chi le sa scrutare. Ore che passano cambiando la luce, mentre le stagioni, come la nota intonata di un diapason scoccano e segnano il tempo attraverso i colori della vegetazione, quando non c' e' la neve a rendere tutto in tono col cielo in uno straordinario equilibrio cromatico di pace e contemplazione. L' idea di un cielo così vicino da guardare, mentre la strada in salita diviene metafora.
 Perdersi con gli occhi fra i boschi, le radure ed i prati. Le pendici del Terminillo sono lì, come i Monti della Laga, e più lontano il Gran Sasso d' Italia. Un promontorio sull' alta valle del Velino, dove i rigagnoli che piovono dalle vette vanno ad incontrarsi per aggregare le fredde acque del fiume.
Nulla di quel che si vede riporta al caos, niente. La laconica calma di questi spazi sollevano al ripetersi armonico delle stesse operazioni di una quotidianità ripetuta. Quasi ci si può perdere in questo disco interrotto del tempo, del quale si trova la traccia ma non se ne apprezza spesso l' esclusivo pregio.
Come uno scrigno ed una musica di un carillon che suona, mentre le nuvole mosse dal vento passeggiano via. Supino su un prato le osservo, d' un tratto l' orizzonte dei monti delimita il confine come fossi su un dondolo che mi rilassa.
Le ricchezze terrene e ciò che si e' perso, vera bilancia di un patrimonio tangibile ed intangibile. Il bene più grande alberga nelle radici, nella famiglia, nelle amicizie. Un' infanzia ed un condividere che sa di ancestrale, come ancestrale e' la storia recondita di queste valli, di questa terra, dove nei tempi oscuri lanterne illuminavano stazioni di posta per viandanti e cavalieri. Ricoveri per cavalli e dispacci da consegnare si mescolavano a feroci contese, a violente battaglie, prima per gli angioini, poi contro gli aragonesi, fino a giungere nel giovane '500 sotto l' egida di S.A.R. Margherita d' Austria.
Nell' ala buia del tempo gli insegnamenti degli amanuensi si sono conservati grazie ai conventi ed agli eremi, diffusi nella zona come tanti alveari di sapere nascosti. Patrimonio storico e didattico, ma anche culla di esperienze terrene e rapporto vincolante con le terre alte di questi monti della catena degli Appennini fra Lazio ed Abruzzo.
Candida rugiada al risvegliarsi del giorno nelle mattine invernali, così come esempio di aggregazione e ritrovo nelle lunghe serate estive alla luce di un fuoco. L' aurora segna il confine fra la nera notte ed il risveglio dei contadini, mentre come fauni nei boschi, ed elfi, e ninfe, brulicano fra la boscaglia e i ruscelli tutte quelle creature che di queste montagne sono i veri padroni.
La bellezza e' nelle cose semplici, i dettami di una cultura passano da canoni ed usi che si ripetono da secoli in consuetudini quasi ossessive, mentre in un tratto di fredda corrente anche il vento festeggia l' esistenza di un agnello che nasce e di un cardo montano reciso per svegliare di nuovo un amore.
Masserie e abitazioni, cumignoli e fumo. Un buon bicchiere di vino accompagna la tavola, dove i commensali sorridono e cantano. Al cospetto di tanta "familia", un' anziana signora che tiene il nipote fra le sue braccia e' il simbolo di un passaggio del testimone che si rinnova nel medesimo sangue che continua a pulsare.
La osservo, e nei suoi occhi racchiude il senso di tutta una vita attraversata in punta di piedi.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

 

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