21/01/15

Di un torbido elegante.



     Quando tutto resta sospeso per un istante e lo sguardo esce da te per divenire respiro. E' quello l' attimo esatto in cui mi piace perdermi, perché soltanto respirando io lo esploro. La bellezza attende negli angoli piccoli di chi la sa rubare. Lei resta lì, immobile, inconsapevole del vento che la avvolge, e di quel soffio e dello sguardo. Suscita deliri sublimi col suo silenzio, che come petali statici e' fotografia interiore in una scintilla di poesia che innaffia il cuore, già madido di sangue e di emozione. Criteri gettati via, dentro una lavatrice di polveri disordinate, dove ricerca e sogno si confondono, dove voglia e odore sono mescolati, dove il tatto ed il respiro divengono lo stesso immenso scantinato dei raccolti fruttuosi.
Arido e' chi non la ascolta, non la comprende perché non si abbandona. Livelli eterei che scatenano quella foschia ingegnosa che li cela per divenire empirici in quell' attimo. Tutto e' scena, la voluttà assapora, mentre il sipario e' un indumento ormai caduto a terra dove il respiro si confonde alla fatica nuova di una scienza del suo corpo innamorato. Crudi impegni la sua reverenza, in quel pulviscolo di loto si abbandona ad uno sguardo tenue. Cruda si accorge, e spia in me ciò che io fermo vedo in lei. Quella seta nera e' un vortice elettrico mentre il suo porgersi a me in quella maniera mi lusinga. Grimaldello di un alito bianco di gelida brina, torce lo stomaco e i miei brividi divengono fortezza. Quel bosco e quella rupe che ne ha cura, quella lingua fra le valli cupe si disegna e va a morire. Fruscii lenti, selvaggina in cerca di una quiete immaginaria. Tutto e' disordine e violenza, senza chiedere permesso ne possiede. Scosse fra pietre rotte ed aspettative immense che adesso sono spezzate. Si crogiola nell' assoluto immobile che lo accarezza, di un sogno appena immaginato in quell' istante che lo scalda. Cardini che cedono, reti che si stringono, e il colore... Nubi tremano alle vette e lentamente il tutto si ridesta. E' un attimo vedere quel respiro ritornare sguardo. Quel fremito risveglia e dallo stesso cielo si diffonde una eco unica di un nuovo intermittente che mi abbatte. Ritorno alla vita come torna alla vita una fenice, ma fuori da una morte di sogno che non avrei lasciato mai se non per ritornare a respirarla ancora.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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