03/09/14

Il Pieno.



            Avevamo rischiato di rimanere senza benzina. Mai consideravo che a quelle latitudini si potesse viaggiare per oltre 100 km senza trovare un rifornimento. Per la verità uno lo avevamo trovato, ma siccome in disuso, avevamo dovuto continuare.
Qualche risata ci aveva fatto abbandonare l' isola di Mist, percorso il ponte avevamo passato Kyle of Loch Alsh in scioltezza. Fu lì che Alessandro mi disse di fare della benzina.
Guardai la spia del serbatoio, ne avevamo per poco meno di mezzo, parlando agli altri dissi che la strada da fare era ancora parecchia, potevamo pensarci più in la.
Di fronte alla foresta di Avernish svoltammo a sinistra, sulla A890. La strada si fece subito ripida, e qualche tornante ci diresse verso gli alti monti, dove un insieme di saliscendi degno della miglior parco giochi ci stava facendo oscillare. Lo scenario che si offriva a noi era di una costante alternanza fra boschi di legname madido d' acqua e laghi rigonfi, quasi convessi di liquido azzurro. La strada, sebbene fosse una statale, ci parve subito difficoltosa. La sporcizia portata dal vento sul manto stradale faceva il resto, non sentivamo certo la nostalgia del tipico cielo plumbeo di Scozia, ma non tardò ad arrivare, e della fitta pioggia sottile si mescolò alla nostra ansia di valle chiusa donandoci un buio piuttosto strano per quell' ora, un buio claustrofobico che non aiutava affatto la mia guida.
Agli altri non lo dissi, ma temevo che avremmo potuto forare. La vegetazione era davvero straordinaria ma, ciottoli pregni di acqua e sterpaglie strappate dal fondo del bosco, mi preoccupavano non poco in un vortice di "chicane" percorse a bassa velocità.
Decine di chilometri di nulla. Sterzate a destra e a sinistra in una guida che non era nemmeno la mia. La lingua d' asfalto bagnata e ruscelli di fianco viaggiavano come fiumi impazziti sotto l' incedere della pioggia che intanto cadeva costante.
Cartina alla mano del mio prode navigatore Federico, non riuscivamo a capire quanto di quel paesaggio monotono avevamo messo alle spalle. Zero riferimenti, sapevo che avevamo percorso circa 20 km ma su quel circuito di montagne era sembrato eterno. D' un tratto vedemmo delle case sulla sinistra, qualcosa che somigliava ad un villaggio. Dovrò parlare sinceramente, la vista di un luogo abitato mi rincuorò, fui sollevato da quest' ovatta di legno ed acqua nel quale stavamo affondando. Un bivio per qualcosa, e quel qualcosa era Strathcarron, un pugno di case, ma quanto basta per ricordarsi di essere in un posto con altri individui.
Strada stretta, livida di fango e torba, poi il lago di Dughail, poi altra strada, altra foresta e altro lago, e poi ancora. Passando gli altri laghi di Scaven e Gowan, questa A890 non si era mostrata per come la immaginavamo: troppo impegnativa per apprezzarla e per osservare lo scenario naturale.
Arrivammo finalmente in un altro avamposto dal nome quasi impronunciabile dove gli umani strappavano un pò di terreno alla natura: Achnasheen, fu li che mi accorsi che la luce della riserva era accesa. Da una rapida considerazione sulla strada fatta e su quella ancora da fare, dando per scontato che su questa maledetta A890 di galloni di benzina nemmeno l' ombra, e non sapendo se era accesa da quel momento o da qualche km prima, dovevamo percorrere ancora buoni 25 km di A832, attraversare foreste, altri tre laghi per arrivare sulla Main Road che da Ullapool portava ad Inverness, la A835 poi, direzione Inverness, sperare che una pompa di benzina si fosse mostrata a noi il prima possibile. Con un' incognita supplementare: venivamo dalla A890 che era fin li stato il nulla, ci tuffavamo in un' altra A, la 832 che era uguale, poi la A835. Ragionevolmente nutrivamo parecchi dubbi sul cosa aspettarci, compresa la possibilità di trovare un benzinaio anche li.
Avvisai gli altri che potevamo avere un problema di benzina. Subito fui criticato per la scelta di non aver rifornito a Kyle of Loch Alsh, ma potevo immaginare che per altri 100 km realmente non avremmo incontrato un benzinaio, e' come pensare che partendo da Roma non troveremmo una pompa di benzina prima dell' Aquila...
Iniziammo una serie infernale e preoccupata di accelerazioni e tratti in folle per cercare di garantirci la possibilità di allungare quanto più l' autonomia del motore. Passarono altri boschi, il fiume Bran accompagnava la nostra avventura, passò il lago di Achanalt, poi un altro lago, fra un folle ed una ripresa al motore. Era Loch à Chuilinn, sulla sinistra la foresta di Strathbran poi un lago ancora.
Fu la volta del lago Luichart, che venne accolto da un boato degli astanti perché insieme ad esso abbandonammo quella oramai orribile segnaletica nera su sfondo bianco, trovando una scritta bianca su sfondo azzurro, speranzosa che potessero cambiare le cose di li a poco.
Le cose cambiarono effettivamente, e cambiarono precisamente quando svoltammo a destra in direzione Inverness.
La strada era decisamente più trafficata. Questo faceva aumentare la possibilità per noi di trovare qualcuno disposto a venderci benzina nel nord della Scozia, ma al contrario non ci permetteva, per questioni di sicurezza, di poter procedere a folle come stavamo facendo da 30 km. Un limbo strano, nel quale muoverci con circospezione. La politica che usammo fu quella di procedere piano limitando al minimo il consumo, non senza aver preso accidenti e maledizioni dagli altri autisti, ma forti della massiccia presenza di TIR, pressoché una costante nel nord, che rallentava anche noi, e gli altri.
La lancetta era ben oltre il rosso dell' ultima linea, eravamo quasi a secco oramai, ma come una visione apparve una indicazione per i "Services" ad un miglio e mezzo, se fossimo rimasti a piedi quella sarebbe stata la massima distanza da percorrere.
Il fatto che la misurazione delle distanze è in miglia invece che in chilometri, fa sembrare sempre tutto più difficile da raggiungere ma, non so come, noi, quel giorno, riuscimmo ad arrivare.
Non ricordo quanto spendemmo dentro quella piazzola di rifornimento. Fra pieno (colmo) di benzina, club sandwiches, dolci, bevande e barrette di cioccolato, per 6... fu il nostro modo di ringraziare quella struttura che ci sembrò come un monumento immancabile da visitare.

All rights reserved - Roberto De Sanctis

Nessun commento:

Posta un commento