05/02/15

Quel viale.




           Voglio accarezzare per un attimo l' idea di essere libero. Ma cos' e' la libertà se non puoi neanche governare quelle poche ore di svago? Non ce ne accorgiamo, ma in tutto ciò che facciamo esiste qualcosa deciso da altri che ci propone concrete possibilità di scegliere con libertà fittizia. Un buon libro, certo, ma leggere un buon libro serve per sollevarci dalla quotidianità per poi piombare nell' assoluta inconsistenza di esperienze raccolte sulle decisioni di altri. Come una lista della spesa al supermercato. Parti per prendere quattro cose ma finisci inevitabilmente col prenderne una in più, quando poi ti volti intorno e ti accorgi che c' e' anche chi ha riempito tutto il carrello. Angoli di libertà strappata sono dappertutto. Ma bisogna riconoscerli rifiutando talvolta di evolvere da soli per tentare di farlo insieme. Fugge chi legge, od infila la testa sotto terra come gli struzzi. Ma fugge anche chi fa l' aperitivo tanto per. Oggi si chiama bere, un tempo esisteva una parola ben più raffinata per dare il senso a quel che vuole dire bere. Il simposio, la conversazione. Bere soltanto non permette di evolvere. La crescita si trova nel confronto, talvolta nello scontro, ma affrontare gli altri nella maniera adeguata presuppone che si sia prima vinto con se stessi, e se si beve per essere soli insieme questo serve davvero a poco. Il simposio dicevo, l' idea di condividere. Una produzione emotiva aiutata dall' allentamento dei freni inibitori che l' alcool provoca. Abbandonare le ovvietà e gettare via le maschere per ritrovarsi nudi, come si e', in una ialina trasparenza, una nitida schiettezza da ragionare.
E saper ascoltare. Ho sempre apprezzato, pur essendo un chiacchierone, chi tace. Saper ascoltare e' un gran dono, perché le parole non sono che l' involucro, il vestito che mettiamo addosso ai nostri pensieri. Studi di marketing e tecniche di vendita esistono per capire le reazioni dell' individuo. C' e' chi ne ha fatta una scienza per studiare come gestire le tue scelte. Non ce ne rendiamo conto ma andiamo quasi sempre dove vogliono che andiamo. Tutto e' "prodotto", anche il servizio, e come tale va venduto bene.
Liberarsi significa abbandonare, disincagliarsi da questa spirale che con un ulteriore giro di vite fra breve potrà renderci sudditi. Quello che fa male, quello che e' giusto, quello che non lo e'. Abbiamo un codice che ci e' stato consegnato quando siamo stati generati. Tutti, indistintamente, possiamo mettere mano a questo codice, quel libro da leggere che e' il nostro inconscio. I sogni, intesi come tali, e le nostre aspirazioni. Un obiettivo da raggiungere e la volontà. Crediamo di non capire ma capiamo, pensiamo di non emergere ma si può se lo si vuole. L' abnegazione, la costanza nel volerlo. Fissi su una cosa fino a diventare quella cosa stessa. Dipendere per poi mollare, dirigere per poi adagiarsi e poi dipendere di nuovo. La poesia della scoperta, quelle percezioni di onde lunghe come il tempo di un deja vu. Spezzando le catene delle dipendenze per elevarci finalmente insieme. Solo a quel punto il "prodotto" cessa di essere tale,. Il punto di vista cambia totalmente e la visione delle cose appare come uno schema pianeggiante dove ci sono voragini di sogni andati. Restano i fallimenti e le cose cui non abbiamo creduto. I rimpianti e quel che volevamo potesse essere. Ma la strada non e' faticosa perché siamo sul picco più alto dei nostri punti di vista. Filtrate le parole e liberi i pensieri planiamo sugli stati emotivi riconoscendo luci e direzione. Sono scavalcate le conche di una rassegnazione obbligata. La terra e' piatta proprio come immaginiamo un viale. Siamo a passeggio cercando un altro noi che ritroviamo al fianco. Nei viali dell' essenza ci sono le persone che camminano con me. Portiamo a passeggio la vita, raccontandoci che immensi mutamenti non sono più onerosi di una cosa presa in terra. Le novità spaventano come quel caramello denso di passato che fatica a venir via. Obblighi sul viale non esistono, né verità, né contese. Insieme si cammina facendo parlare le menti che in un incanto di incontro comunicano senza aver bisogno di parole. I cuori, benché provati da una vita sregolata, navigano a livelli che non temono oro né lusso. Le corde della comprensione sono tese e la vela e' issata sul più alto degli scivoli, quando cadere a terra non serve perché lo spazio e' assente. Oltre il tempo, saltarci sopra a piacimento, avanzare e vedere avanti per poi tornare indietro. La libertà di sentirsi in un istante gli uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello. Quando si può toccare la libertà vera, arretrare agli eventi passati, poi prenderli, riviverli e migliorarli, immaginando di essere ancora una volta lì, di spalle, su quella foto fatta da un amico e pensare che se lo potessi chiamare anche solo un istante, griderei. Quel volto girato verso altrove che non risponde lo terrei a me, cullando l' illusione di dargli un futuro diverso. Urlando io fermerei quel tempo parlandogli di tutti noi che siamo ancora su quel viale, e indicandogli la strada fra i sorrisi e fra le lacrime direi che e' ancora Sabato.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved





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