Grazie Alessandro. Leggo in questi giorni, in cui si approssima il torneo delle Sei Nazioni, tante persone che non sanno nulla di Rugby commentare in maniera negativa questo Sport o commentare il modo scelto dai tifosi del Rugby di seguire questo Sport. Come se il popolo del Rugby avesse chiesto di dispensare pensieri o commenti a queste persone.
Non
ho certo l' interesse, questo sia chiaro, a convincerli a seguirlo,
spiegarlo a chi non comprende sarebbe perfettamente inutile, ma ho
apprezzato il fatto che tu abbia rimarcato come non ci interessino
affatto gli aficionados occasionali, anche se questo, per carità,
non significa che siamo tutti praticanti o profondi conoscitori,
anche perché le regole di questo Sport sono soggette a continui
cambiamenti da parte dell' International Rugby Board (IRB), la sua
massima istituzione, ai fini di migliorare e rendere sempre più
chiaro e determinabile questo gioco.
Concordo
anche con l' amico Runa sul fatto che e' inammissibile che la Nostra
Lazio debba giocare il Lunedì ( oltretutto su un campo che sarà
ridotto ad un campo di patate dopo oggi...) per lasciare spazio alla
nazionale di Rugby. E' inammissibile, come e' inammissibile che per
disinteresse politico od interesse economico dei soliti
"palazzinari", lo Sport italiano che, in assoluto, porta
più tifosi all' estero al seguito con la sua nazionale ( Calcio
compreso...), e che fa arrivare a Roma una media, solo dall' estero,
di 30.000/35.000 turisti ogni anno,concentrati in due o tre weekend,
con tutti gli introiti che ne conseguono per il Comune di Roma,
continui a non avere una sua casa nella capitale. E' assurdo.
E
comunque, se posso esprimermi, trovo assai curioso vedere come molte
persone elogino l' attore Al Pacino per quello straordinario monologo
fatto alla sua squadra nel film "Any given Sunday ( Ogni
maledetta Domenica)" che esalta lo spirito di uno Sport come il
Football Americano, quando leggo le stesse criticare il "Papà"
del Football Americano. Il Rugby ha il medesimo spirito del Football,
anche se forse sarebbe più corretto dire il contrario. Quello che
viene raccontato in quel monologo e' lo stesso identico ardore che
muove migliaia di praticanti a giocare ed appassionarsi al Rugby. Le
uniche differenze, fermo restando che sono Sport molto diversi,
stanno nel fatto che il Rugby e' più genuino, reso meno "industria",
e che nel Rugby non si usano le protezioni che hanno i giocatori di
Football Americano.
Webb
Ellis ci ha regalato un sogno. Probabilmente non ha la stessa eco di
altri Sport come il Calcio, e per quanto riguarda i nostri confini
nazionali, lo stesso seguito, ma per quegli identici centimetri 15
giocatori lottano fino a terminare i loro fisici. Oggi, come nei test
matches di Novembre, come nei prossimi mondiali e nei Sei Nazioni a
venire, il popolo del Rugby indosserà cappelli, maschere e
parrucche, vestirà in maniera bizzarra e berrà parecchia birra e
molto vino, per gioire della volontà che quei 15 nostri connazionali
metteranno sul campo da gioco per cercare di conquistare quei
centimetri. Se poi non ce la faranno, pazienza, bravi i fratelli
irlandesi, ma avrà comunque trionfato il Rugby.
Potrei
raccontare moltissimi aneddoti che mi hanno legato visceralmente a
questo Sport, e per la verità mi riservo di farlo in qualche
prossimo breve. Probabilmente il Sei Nazioni ha agito in maniera
indelebile sul mio modo di vedere le cose da quindici anni a questa
parte, ma preferisco concludere questo scritto con un' affermazione
sentita in uno dei miei viaggi appresso al Rugby: "Una palla
rotonda te la può restituire anche un muro, una palla ovale te la
può passare soltanto un compagno". Buon Sei Nazioni a tutti.
Viva l' Italia.
P.S.
Ringrazio Alessandro, Leonardo, Riccardo e Runa per lo spunto.
Roberto
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