02/01/16

Verità celata.




         Castelli di conchiglie e ciondoli per delle torri resistenti avvolgono i pensieri di un regnante chiuso dentro il tempo. Istanti blindati da abili maniscalchi e legnami misti a spesso cristallo sono grandi come ponti levatoi, e separano da quel ruscello infido che nella parte sottostante melmoso e quasi finto, affiora. Crepitii di strane cortecce di tanto in tanto spezzano quella clessidra immobile, ed e' senza sabbia che si vede attraversare la sottile porta. Dentro la fessura cade pioggia come lacrime scivolate via da un banale suono di flauto che commuove.
Un tonfo unico, nel lento incedere di una marcia di ferraglie ed individui. L' albero della vita cede sotto il passo della finta evoluzione fino a fare regredire la colonna intera ed a fermarsi per preparare il bivacco e per la notte. Violato l' immenso, tace fino a quelle grotte umide dove le anime tramandano dalla coscienza epidermiche sensazioni da elaborare. Esse, finemente costruite sotto quella fitta selva di pensieri confusi, sono lì che ci raccontano la finzione trovata nell' ignavo e la menzogna di taluni sguardi. E' tutto dentro l' alveo di purea che così fragile dissolve e che si asciuga per assomigliare quanto più possibile a qualcosa che non e'.
Ceneri e lapidi, come il suo palcoscenico ha la sua fila di commedianti e accoglie la recitazione di maschere silenti, così la fitta boscaglia ciondola gli aghi della selva per avvolgere fra se ed il resto quei torrioni edificati sulla riflessione, dove il padrone del fittizio inconosciuto regno si dilata fra le fronde e una promessa di tutto ciò che e' stato e che dovrà venire.
Qual rumore ha il vento? Quale suono mentre affronta e offende i suoi possedimenti. L' ovvio che si scontra con la coda di quell' esistenza, che s' anche rimanesse sola canterebbe come ninfa in uno stagno.
"Avvolgimi allora", sembra dire irriverente, "a quel calore fatuo che io credo di provare. E brucia! Ardi quanto di me rimane nella parte oscura, celata dentro quelle anemoni di tela trasparente."
E sciami di luci, e rossore dei vespri, spirali di concentriche chimere adesso cantano il vento. E la dolce danza di una brezza fa scemare finzioni accademiche e rigorose espressioni cangianti sulla base di ciò che si conviene. Tutto si sgretola al cospetto di quell' alito sublime, sfumature di colore rappresentano e lo vedono passare sulle sagome quasi le definisse accarezzandole.
Osservo, mentre dalla parete le conchiglie luccicano insieme, ed il rumore delle fronde al suo passaggio si unisce in un concerto fino a coglierne quel frutto puro che e' il rinnovo. La casta del regnante si fregia di un titolo che in realtà appartiene alla tutta la Natura delle cose. Come coleotteri e calabroni adesso tutti i frutti del male vanno disseminandosi sul terreno. Appaiono schiacciati, caduti e putrefatti, mentre il re rimane fermo. Credendo di vedere in realtà scruta, quasi spia, mentre un fumo denso di foschia appare, come se cenere regredisse fuoco per diventare legno umido da far asciugare.
Scintille e madida corteccia, ancora quella nebbia che come bruma lo impedisce a un mutilato panorama, e che racconta un sogno dentro un incubo che adesso può lasciare andare via. Sapide infezioni trasudano dalla parete di conchiglia, arde il camino nell' ala della frenesia delle menzogne, scivola via quell' ultima parte di intelletto che affiorava e quel che resta e' puro istinto dentro un' anima feroce di vogliosa verità e stancamente provata dall' osceno tentativo del falso e di quel nulla sapientemente costruito.
"Accade", pensa. "Ma come accade si può fare andare via". Il vero nutrimento per la vita e' quell' impulso primordiale che avvertiamo nelle scosse emotive che ci provoca la visione dell' effettivo "vero". In quel vero noi ci riconosciamo, e solo in quei rapidi momenti la completezza giunge a prenderci per non parlarci d' altro. Istanti come volumi, plasma che scorre più veloce, e percezioni nitide, poi tutto torna a quella nebbia avvolta alla foresta ed a quel povero regnante che non sa che non e' il tutto a appartenere a lui, ma viceversa.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved  

Nessun commento:

Posta un commento