01/11/14

Le colpe di Stefano.



     Esiste un posto dove le anime sono felici. Dove le disuguaglianze non esistono e le disparità sono bandite. Vola lieve l' anima tua che vaga oramai nell' infinito. Le ferite sono guarite ed i lividi passati, come i tuoi sbagli. La livrea dolce ti appartiene mentre un vento di giustizia dondola e il sensibile interesse culla su nuvole di zucchero e di foglie. Le mani assassine dei tuoi aguzzini sono recise di netto, mentre l' inferno non li aspetta e ad essere puntate sono le loro proli, pericolose ed inconsapevoli come i viscidi intenti di chi si adoperò per farti andare via. Non colpe, difatti non punite, ma suoni. Quei rumori di calci, di grida e di pugni che giungono lontani, dentro quel nuovo sogno sono muti. Più nulla possono al cospetto tuo che sei nel regno dei giusti e dei corretti. Diverse anime ha l' errore, e diverse facce ha colui che poi lo giudica. L' insolenza e la vergogna invece hanno un volto soltanto, le solite espressioni labiali di una sentenza mossa da altri fili, alla quale possono essere mutate espressioni e toni, sguardi e raccapriccio, ma mai quel contenuto squallido e colpevole di chi tacitamente la sostiene, men che meno di chi affonda il suo rimorso per profanare la giustizia mentre legge. Anche i tuoi sbagli erano tali, forse la tua strada ti stava portando verso quel destino, ma chi decide cosa il destino deve fare e quali sorti debba avere per chi commette degli errori?
Un uomo nuovo, quello che sei ovunque tu sia. Cammini, ma molto spesso fluttui, rimani sospeso osservando la mediocrità che ti ha condannato alla gioia, la stessa mediocrità che ha salvato dal destino tutti quelli che si sono adoperati affinché il tuo trovasse la sua fine. Epilogo denso di rammarico e senza responso, dove l' imbarazzo deve essere di tutti e diventare forza per isolare chi sceglie. Nell' occhio lontano e luminoso sempre le nostre scelte, diffamanti, complici, puntando il dito senza porgere la mano, accettando passivamente che qualcosa sia deciso da qualcuno senza appartenerci. Possiamo nulla se non lo vogliamo. Fin tanto che saremo questa specie che si disinteressa quando le cose non riguardano, non cambierà nulla.
Potevi essere salvo, potevo essere salvo. La responsabilità di una sentenza cade sopra tutti noi e sulla nostra noncuranza. Anche colpa mia, per le mie scelte, di tutti. A farne le spese la tua famiglia, che dietro allo straordinario coraggio di tua sorella si sostiene. A farne le spese il tempo che adesso non dovranno più investire, almeno per tutelare la tua dignità quando non più la tua vita. Avranno altro tempo, file di attimi dove si potranno realmente raccogliere le macerie di tutto quanto successo. A farne le spese loro, nei momenti vuoti e senza più combattere, e tutti noi, colpevoli di disinteresse ed apatia. Ma a farne le spese soprattutto quel ghigno sorridente di tutti quei maiali che guardandosi allo specchio la mattina penseranno: "l' ho scampata!".

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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