24/11/14

Interior.



   Esiste un angolo di me in cui sono solo. E' un angolo dove quaderni di mille pagine vengono scritti da pensieri fugaci e considerazioni che si estinguono mentre nascono. Una parte che naviga distante da tutto quanto il resto, ma che non chiamo inconscio perché assolutamente razionale. In questo angolo possiedo e manovro le mie sensazioni elaborandole così come vengono e non abbandonandole alle maschere che l' ovvio impone. Appare come una baita in un bosco isolato ove si apre una radura, ed il calore di un camino scalda, ed il tepore di un pensiero abbraccia.
Un insieme di istanti, gelidi e bollenti, dove lo specchio dei pensieri si immerge nell' oblio del disordine, riuscendo a riflettere elettricità di sentimenti mescolate a colpi meccanici di sogni rapiti altrove. Candida corre la linea delle sinapsi sulla scossa e ondeggia, fino a fremere danzante ed elastica sugli aspetti volitivi di ciò che non riesco a riconoscere se non percependolo come istante di emozione. Una spirale di gradini si erge di fronte agli occhi quando sono chiusi e le crepe sbriciolano, mentre il passo delle idee avanza e sale una vetta di nulla con un volume vuoto di spazi e profonda luce.
Fossili volontà, desueta rabbia, vivono in me nei movimenti immediati che immagino. Ringhiano riflessioni, mordono errori di comprensione, fino a schiarirsi in una supernova esplosa e detonante che saggia un terreno che non esiste in un tempo andato già via. Vedo l' uscita da quell' istante in un sipario che si chiude nella mia mente che si spegne.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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