18/11/14

Confine.




        Corri, corri bambino mio, corri fino a sfiorare il vento, e che lo stesso vento ti abbracci e ti sollevi cullandoti in un vortice ove ritrovar te stesso.
Corri, e ancora corri, fino a farti mancare il fiato, dove la fronte si imperli di sudore ghiaccio e dove il polmone esploda in bolle dense di velluto.
Friabile e' l' emozione che si cela, nebuloso sintomo di razionalità, affidati all' istinto senza avere alcuna remora, sfida il tuo limite e combattilo con la tua dignità.
Null' altro può porsi fra te e te stesso, niente e nessuno incide sulla tua anima, purché tu non lo conceda, purché tu non lo voglia, ove possibile esamina.
Sapida mano scorre sulla riva di una spiaggia, confine e stesso limite di due elementi, corri bambino, corri come il vento, e sfida anche lo iodio che respiri, serra i denti.
Prendi e sorpassa quelle onde, le stesse di cui tu sei padrone, scuoti col tuo passaggio, e le tue impronte, le tue orme diventino polmone.
Grani di sabbia si alzano e rispettosi poi si poggiano mentre la schiuma frigge e si ritira, per poi tornare intensa e rumorosa a rimirar quello che lasci sulla riva.
Sognala come la prendi la tua vita, e vivila, tocca ogni istante di te e distruggi per ricreare, inciampa e cadi, fatti male e poi rialza, fino a far tutto per tornare.
Aliti ovunque come pianeti ed orbite si avvolgono e si liberano tutti intorno, sposta i tuoi capelli e i tuoi pensieri finché i sensi più nascosti affiorino, e come uccelli che osservi in uno stormo.
Fino a che ciò che sogni sia tangibile e l' energia di ciò che sogni tu la possa prendere.
Conquista te stesso attraverso le tue idee, fai di esse dogmi e regole per come interpreti il tuo tempo. Apri le braccia come quegli uccelli, torna ad accarezzare ancora spazio e vento.
Magiche scintille luminose irradiano i tuoi auspici, corri bambino, corri, corri e rendili felici.
Ti solleva il desiderio, è percezione, è cosa tu possiedi, cercalo in quel che non trovi e salvalo da quello che non vedi.
Il pontile della vita e' sempre pieno di foschia, la nebbia bassa di un lago stanco e una panchina umida i tuoi occhi porta via.
Solleva le tue gambe come fossero astronavi e lanciati in un destino universo e viaggia fino a prenderne le chiavi.
Sii sempre tu a decidere se fiorire o camminare sulle cose, ponendo sempre l' attenzione però sull' importanza della prospettiva, come rose.
Corri, bambino, corri, senza fermarti mai, la vita e' un dono troppo ricco per sedersi e osservarlo mentre passa via per giungere ad altre rive ed altri mari.
La barca aspetta al molo dei pensieri, non solca mari o laghi ma gratta sulle rocce e sulle nevi.
Alberi di foglie arancio e vegetazione incontra le tue giornate, come le mie che sono adesso, come le mie che sono state.
Arrangia un pò di musica con il tuo corpo, purché tu ascolti il vento, il sole sorto.
Nutre la nuova luce di quell' alba, tutto illumina come le gocce di rugiada, umidi i prati, umide le piante, pretendi la tua mente, salva.
Non c' e' spazio per noie e rimpianto, corri bambino, corri, veglio il tuo pianto.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved



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