09/11/14

Volumi.




    La notte ascolta e la notte è colpa, mentre io resto qui di fronte a questo schermo volendo dare forma ai miei pensieri. Come rondini le lettere mi volano nella mente, per la verità immaginandole alcune volte e temo possano uscire ed andarsene via. Ma come vespe ronzano, ed il sibilo noioso non mi abbandona tant' è che sospetto che siano loro a seguire me e non io ad accompagnare loro. Beffarda sorte per chi vuole raccontarsi. Beffardo il disegno di chi col favore del buio mi dipinge su carta più spesso ed altre volte su una pigra tastiera di battute ritmate e parole comparse mi appare.
Vuoto il sacco su quello che sento, in maniera irregolare e forse monotona, ma ciò che del comunicare mi affascina è più la forma delle parole e delle lettere, arrivare ad esplorare la punteggiatura e gli spazi. Vedo scivolare via concetti come un pneumatico circola mangiando lingue d' asfalto, cosparse, di tanto in tanto, di pozze d' acqua che nutrono e rinfrescano dalla bolgia che ne fuoriesce. Una colata di termini sufficientemente densa e calda che via via si va costruendo per divenire roccia e raffreddare, dentro la quale altri termini lava incandescente riscaldano ed aprono vie fino a far diventare grotte ciò che prima si era raffreddato pietra. Quel vapore, quel fumo, grigio, bianco, grigio e bianco, gli schizzi dell' acqua trascorsa; e le nuvole cupe nel cielo, ispessite dal fumo che sale e minacciose si gonfiano fino ad esplodere pioggia.
Eccola lei che raffredda e precipita regolare su ogni terreno. Aiutata dal vento maestoso e solerte arriva come i veri contenuti di una pagina o di un capitolo, raccontati e fatti immaginare come piccole parti di un tutto che confluisce in un rio di altri pensieri mentre inizia a scendere a valle. Così le altre pagine, in piccole drenate nel terreno, blocchi e altre pozze, che più forti di ogni barriera altre pagine mescolano dando un senso d' insieme che altro rio giunge ad essere fiume.
Ripida è la discesa dal monte, lontano è ancora il senso compiuto di ogni periodo di quel contesto. Aggiungi altra pioggia all' impeto di un fiume che si sta rigonfiando, sognalo quel fiume, ed ascolta. L' espressione della natura da la risposta a domande che nemmeno mi sono posto. Con buona pace di un eccesso di cemento, quando il fiume giunge all' epilogo del suo viaggio da nube che era, tutto il resto si collega come un' operazione perfetta che, per quanto aggrovigliata e confusa, raccoglie una mescola di quelle rondini che volano, mentre cominciano a tacere i ronzii fino alla prossima volta che vorranno accompagnare. Mura di cinta, contenimento, nulla serve ahimè, per questo genere di caduta. Una "L" oppure una "D" possono più di un intero mare, consonanti e vocali allagano intere zone di me fino a farmi spalare del fango. Sporco rimedio al problema che non ha rimedio, e altra pagina volta e altra virgola o punto.
Tremano i pensieri alla sola idea di recintarli. Depositati su una valle di pagine, neri, allagano di caratteri interi libri, interi quaderni riempiti di vile inchiostro, sagome di congetture e ripetute grida di aiuto ad una copertina che non è custodia, men che meno confine. Esplodono parole e pensieri da quel libro, che sia romanzo o aforismi, tumulto dell' anima e sogno di un angolo quieto, sbatte e si dimena come sollevato da un vortice muto, alitando al vento ed al cielo tutto quello che dal vento e dal cielo è disceso pian piano costruendo quel che altri possono chiamare racconto.
Un percorso, fuori ed in me. Tutto è esondare, tutto è uscire dagli argini. Se ci fosse sufficiente distanza, dell' equilibrio e la consapevolezza di volerne esplorare il volume, molte persone, molte cose, sarebbero salve, dentro e fuori di loro. Cosa importa la copertina se il contenuto è sontuoso? Cosa importa al tatto la superficie se gli occhi ed il cuore ne possono gioire attraversandolo? La direzione sarà l' essenza ed il piacere, l' amore sarà possedere quelle pagine ingiallite, e pazienza se la storia sarà ormai lontana o riguardante un altro tempo, pensiero viaggia su tutto quanto quello che è riuscito a smuovere altro pensiero al punto da comporla. Volume alla superficie, scorrere all' esondare, programmare al rimediare. Le soluzioni sono tutte di fronte ai nostri occhi, il problema è: " siamo davvero in grado di vedere?". Un libro, soprattutto quando buono, è molto più di un' insieme di pagine rilegate confinate in una copertina. Aiuta spesso a scoprire dietro quale pagina fuligginosa abbiamo deciso di parcheggiare i nostri veri occhi.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved




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