31/03/16

Tic Tac Tic Tac Tic Tac!




          Stavo cercando il Tempo quando mi si fermò di fronte e mi guardava un uomo anziano che sorreggeva una clessidra con entrambe le sue mani.
-Cosa vuoi- disse increspando ancor di più quella sua fronte colma di sottili righe orizzontali -cosa devi dire, io sento che tu stai cercando ancora-
Capivo e non sapevo, stavo cercando il Tempo, e in fronte a me quell' uomo che adesso mi leggeva dentro, come fossi trasparente ai miei pensieri e i miei pensieri andassero cullati via dal vento.
Era lì. Restava muto. Di fronte e come un muro che non pressava, ma che non mi lasciava andare via.
-Vado cercando il tempo signore mio- gli dissi guardando la clessidra e quella sabbia dentro al cono dell' imbuto che pareva ora inghiottita da. -Vado cercando lui, lei lo conosce?-
A quella mia richiesta il capo chino ed una voce bassa chiesero se fosse quello stesso vento ad impedirmi di ascoltare. Quell' uomo si riprese e si spostò lateralmente per poggiare la clessidra fino in terra. A quel punto tacque e mi guardò di nuovo, mentre un profumo in una brezza mi colava fra le nari risalendo.
Perso in quell' istante di sublime intensità olfattiva riprese la clessidra in mano e con quegli occhi vitrei scosse. Mi indicò lo stesso imbuto opaco e quello strozzo di una polverosa sabbia che stava scendendo, d' un tratto si interruppe e cominciò a salire piano indietro.
Ero impassibile. Era impossibile.
E come un nastro che si stava riavvolgendo quei granelli ritornavano da dove erano scesi in una danza che sembrava avere suoni e lingue sconosciute.
-Parla!- mi intimò serrando la mascella e digrignando i pochi denti neri che il palato e le gengive potevano ancora sostenere. Maceri di tabacco ed arsi dal trascorrere, adesso li fissavo quasi imbarazzato e gli risposi: -vede, mio signore, gliel' ho detto: sto cercando il Tempo-
-Crisalide! Da baco che e' farfalla! Attraversa questa strana strada empia e giungi all' ovvio per accorgerti di ciò che ora hai trovato. Capisci adesso? Che sono io quello che stai cercando, intendo?
Sciami di insetti e nettare cosparso, quel profumo e quella brezza che ti stava accarezzando.
- L' ovvio! Una noia colma di patetica routine. Fuggilo!-
Mentre scorreva e ancora scorre attraverso, risalendo la gestione avvolge, per poi accarezzar libero quel desiderio che e' più sensazione, di esplodere di nuovo in una essenza e al propagar fra raggi si diffonde quieta.
-Vivila, prendi il tuo e tutto quello che ti occorre, ma guarda. Non per destinare agli occhi un obiettivo, ma per penetrarlo affinché tale soggetto possa appartenere a ciò che brami e che ti faccia riscoprire quel che chiedi.-
-Perché per caso il Tempo e' la sua forma?- Al più il rintocco di campane lontane o il ticchettio costante di un antico pendolo. Cassa armonica e quel cruccio che ha dipinto in volto.
Stavo cercando il Tempo quando scoprii che ce lo avevo lì che mi aspettava. Quell' uomo anziano, il Tempo, donava ancora tempo in più per poi farmi comprendere dentro lo stesso tempo e ritrovarlo indietro mentre quella sabbia ritornava.
Disciplina, forma, dimensione e metodo. Scientifica richiesta che deflagra ovvia risposta per spezzare quel suo muro di mattone inconscio e far tornare a quell' istinto che attraversa gli occhi di chi guarda quel dipinto.
Avvita pittura fra le ceneri di un tizzone di brace, sospeso arde e mangia legno per tramutarlo ancora in polveri che cercano lo stesso imbuto.
-Ora le chiedo di non abbandonarmi. Dove va?- Ancora non ha volto la schiena ma e' la sua sabbia che e' tornata a scorrere nel verso giusto, anche se forse sarebbe meglio dire canonico.
Frustato dall' ovvio adesso quello che mi aspetto, cioè l' ovvio, mi spaventa, terrorizza. L' andare di quei grani, come fossero liquidi, mi stupisce. Canoni, stereotipo, scintilla. Schiocco, dottrina, rottura. Quella parete frana come fosse piroclastica esplosione di vulcano. Quelle certezze avvolte in una cecità latente adesso diffondono note come fossero dei fiati di sublime pizzicata fragilità.
-Cercavo il tempo e il vecchio andando via già mi ha risposto.-
Balenano le curve dissonanti di una quarta dimensione. Rimbalza la realtà che grazie al Tempo si trasforma anche in visione. Frivole scosse e tonfi, sorde esplosioni e piccoli imbarazzi, nuvole opache e spiagge, onde schiumose ed individui strani. Cronache del non c' e' e del deve accadere.
Stavo cercando il Tempo, poi ci ho guardato dentro, aveva il volto sporco, a tratti sembravo morto. Forse perché sospeso, non ne sentivo il peso, ma adesso che sono sveglio, faccio del tempo il meglio.
In silenzio un lampo, accende e con la coda dell' occhio lo scruto, poi inizia a piovere e ripenso a quella sabbia, poi guardo il mare e rivedo quell' imbuto.
In cima a quelle cupe nuvole quella sua forma appare, mi osserva e ora sorride, poi ancora un urlo: -Finiscila di perdere se ora lo hai capito! Concentrati sul filo e rendilo infinito. A presto giovanotto!-
-Ciao!-

(dedicato ad una delle poche persone che ha veramente carpito il senso del mio stare in questo posto. Qualunque cosa tu stia passando, chiedi e entrerò nel tunnel per venirti incontro, ma se non vuoi sono comunque qui che ti aspetto)

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved


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