31/08/15

La strategia del controllo (tifosi usati come cavie sociali)



       
         Stanno trasformando il tifoso in cliente. Cragnotti in questo era stato un precursore, aveva visto prima degli altri, ed in parte e' anche responsabile. La visione del Calcio e' cambiata da quel maledetto 1992, e credo purtroppo che oramai sia irreversibile. E' uno Sport bellissimo, ma vissuto in un clima che non ha più nessun fascino. All' erba sotto i tacchetti e alle maglie sudate si sono sostituite pettinature stravaganti e modi di festeggiare una rete volti a fungere da spot di se stessi più che per la felicità di tifosi e chi li paga.
Vorrei davvero sapere quanti dei calciatori in attività aspettano con bramosia l' uscita del nuovo PES o di FIFA per giocarci e vedere quanto sono forti i loro "pupazzi" e come li hanno fatti sul giochino per Play Station... ma vorrei anche conoscere quanti "tesserati" che visitano abitualmente da qualche anno lo stadio "Atleti Azzurri d' Italia" sono mai stati al Brumana quando la tessera non c' era.
Poi c' e' il capitolo TV a pagamento. Salvo che non sia un locale, od un circolo, la possibilità di vedere 4200 partite a casa non permette nemmeno più quella aggregazione che una volta potevamo vivere noi. La Lazio era un elemento detonante che assottigliava le differenze socio-culturali e permetteva a persone provenienti da diversi ceti di conoscersi e costruire amicizie che oggi, in molti casi, ancora durano.
Sarebbe sufficiente pensare a cosa avevamo noi, in termini di informazione sportiva, da bambini. Eppure il nostro imprinting, con la Lazio che peraltro navigava anche in cattive acque, non mi sembra peggiore di quelli che sono venuti dopo, o di quelli che già c' erano prima.
Se eri stato all' Olimpico, speravi che qualcuno ti mostrasse un qualche lembo di bianco e celeste al 90° minuto per poi attendere le 20.00, e la Domenica Sprint, affinché De Laurentiis ci potesse dare più dettagli di quanto era successo sul campo rispetto a quello che ti aveva solo fatto assaggiare Paolo Valenti.
Oggi quasi tutti quelli che vanno allo stadio, ed anche chi non va, hanno abbonamenti SKY, Mediaset, ecc... vedono gli interni dei vari spogliatoi, sbirciando fra giocatori in mutande e poltroncine lucide di gomma bicolore. Ciclicamente gli stessi fanno appelli al popolo per convincere ad andare all' Olimpico perché ci vanno in "pochi" ed occorre esserci, altri non vanno e chiedono agli altri di desistere dal farlo, altri ancora addirittura hanno insultato chi e' entrato, e senza dubbio vi sarà qualcuno entrato che insultava chi invece era fuori.

Ma siamo noi, e da un momento in poi, lo siamo sempre stati.

Come dimenticare i 37106 paganti per la semifinale contro l' Atletico Madrid, con la partita in televisione, però ricordo anche i 30000 al S.Paolo per gli spareggi contro Taranto e Campobasso (non l' Atletico...). Osservando questi dati l' elemento nuovo dovrebbe essere collocato a livello temporale in quei due lustri di differenza... ecco, credo che ognuno abbia il sacrosanto diritto di vederla come crede, di avere le sue idee, e non e' una cosa sindacabile, ma credo anche che tutti noi, indistintamente, ci siamo dimenticati chi siamo.
Siamo davvero sicuri che il problema di questo tempo sia andare allo stadio o no? Per la verità non credo. Presto o tardi, anche la Lazio, come tutti gli altri Club di un certo rango, sarà dotata di un suo stadio di proprietà dalla capienza di 35000/40000 spettatori, il suo "bacino di utenza". Probabilmente tutti vivremo quel giorno come motivo di grande orgoglio, di curiosità ed eccitazione al tempo stesso, ed in un certo qual modo potrà anche essere il suggello alla "libertà" tanto desiderata. Ma lo sdoganamento dalle sovrastrutture, politiche e sportive, sarà soltanto fittizio, perché a mio avviso ciò che si sta preparando e' molto più subdolo, e se in altri Paesi e' già realtà mentre qui in Italia ancora no, si deve solo al fatto che, come al solito, qui facciamo sempre tutto molto tardi rispetto agli altri.

Chi ha mai provato a vedere una partita della Premier League negli ultimi, diciamo, 8 anni?

Con un amico mi trovai tre anni fa a Liverpool. Era un Lunedì sera, e grazie ad un contatto che un altro nostro amico qui a Roma aveva con "certi" del Liverpool, riuscimmo a disporre, dietro pagamento s' intende, di due "tessere di abbonamento nominali" intestate ai legittimi proprietari, ma quella sera in nostro possesso. Entrammo comodamente allo stadio, nella ricca di storia KOP, senza che nessuno si preoccupasse (fatte salve forse solo le persone abbonate nei posti vicini una volta entrati...) delle nostre identità, o quanto meno verificare che combaciassero con i nominativi dei titoli. L' incontro era con il West Bromwich Albion, finì 0-2, ma per noi fu un calvario. La classica partita a senso unico dove il Liverpool attaccava sempre ma a segnare erano gli altri. Eravamo tutti costretti a starsene seduti, ogni vota che i Reds si facevano avanti, le persone della curva si alzavano in piedi come una grande onda, e subito dopo gli stewards a chiedere di accomodarsi. Ci saremo alzati e seduti, non e' un' esagerazione, 40 volte per tempo, non c' era tempo per fare il tifo, non c' era lo spazio, e per la verità pensavo in me che non ce ne sarebbe stata nemmeno la voglia. "Mai più" mi ripetevo, però alla fine e' lì che stiamo andando. E l' ulteriore provvedimento di questi giorni, volto a dividere la Nord, un settore comunque per "loro" troppo vasto, e conseguentemente difficile da "controllare", non e' altro che una logica conseguenza.

Vivo la Lazio H24 sette giorni su sette, e non posso, non voglio, fare la pecora, assoggettandomi a tutto questo da impotente, alle sciagurate regole di un qualcosa in cui non mi vedo più.

In Champions credo poco, ma in Europa League c' e', ancora per poco, spazio per una piccola fetta di libertà da andarsi a prendere seguendo la Lazio. E questo cercherò di fare, di seguirla in trasferta fuori dall' Italia, quando posso ed ho la disponibilità per farlo.
Ma purtroppo va anche detto che il famoso G14 di cui si parlava nel 1996, prima che Bernard Tapie venne implicato in quello scandalo a Marsiglia, e' veramente dietro l' angolo.
Credo che Champions ed Europa League attuali non siano altro che prove tecniche del famoso campionato europeo che ci aspetta, popolato di comparse e non di tifosi (salvo, s' intende, tutte quelle persone che si possano permettere di pagare biglietti aerei e dello stadio a costi da Superbowl, e che in egual maniera, abbiano una disponibilità di tempo tale da poter seguire la squadra fuori casa a Mosca oggi, poi in casa la prossima settimana, poi a Manchester fra due, poi di nuovo all' Olimpico, poi Monaco, e così via...). Alla mercé dei più resterà soltanto la possibilità della TV, e del conseguente abbonamento, propedeutico. Non ci saranno costi eccessivi di Polizia per le traduzioni dei tifosi ospiti dalle aerostazioni agli stadi e per il loro "controllo", evitando così anche eventuali problemi di ordine pubblico, perché la capacità degli organizzatori dell' evento, di tenere gli "animali in gabbia" sarà pressoché perfetta se coordinata con le forze di vigilanza e gli steward, i cani da guardia. Alla fine si, saremo tutti seduti su una bella poltrona a fare il tifo per un gruppo di persone delle quali non conosceremo nemmeno il timbro di voce od i volti visti da vicino...
Non me ne frega niente di vedere il Barcellona o il Real Madrid, né tanto meno il Manchester United o la Juventus. Crescendo ho perso il gusto di tifare le italiane (eccetto la Roma ovviamente) quando giocavano in Europa. Oggi non vedo più nemmeno la Nazionale. A me interessa solo cosa fa la Lazio.
Sono un' anomalia? Non mi interessa. Sono anacronistico? E' uguale. Non accetto il teatrino che ci stanno modellando attorno quindi ho fatto un passo indietro e sono uscito dalla sala.
Il Calcio non era questo, questo e' il mio vero problema.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved



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