24/10/14

Movimento.



     Taccio perché lo trovo più funzionale del parlare quando i punti di vista sono talmente distanti da non potersi incontrare, ma se resto in silenzio mi sento dire che evidentemente ciò che penso e' privo di contenuti seri, dunque parlo. Se parlo non va bene perché noto cose che i più non vogliono sentirsi dire, ma l' ipocrisia non alberga in me e allora parlo. Essi si sentono attaccati da ciò che dico perché non sono abituati a combattere per le proprie idee, quando incontrano qualcuno che invece e' disposto a morire per le sue, si spiazzano, e non comprendono. Resto in silenzio ed e' perché evidentemente quello che ho da dire non e' importante. Parlo e vengo tacciato di essere un sognatore, un esaltato. Ascolto, e tutto quello che vedo e che sento non lo ritengo meglio di me, ne di quello che penso. Sono uno snob? Mi abbandono nelle chiacchiere o sono uno che preferisce star zitto? Comincio a non avere più la libertà di essere come sono?
Sta crollando di fronte a me tutta la certezza costruita su basi di polvere. Io lo vedo. Come pesci agonizzanti si dibattono in discussioni che neanche cerco. Abbandonano la livrea che si sono messi sul capo e tutta intorno da soli, e parlano una lingua vetusta e di situazioni obsolete, strutture di muffa radicate oltre le quali non riescono a vedere, pur di non comprendere che tutto e' in movimento. Accettare il cambiamento, recepire lo scossone, il grande terremoto che sta avvenendo in maniera silenziosa, li lascia sbigottiti e privi di qualsiasi razionale capacità di pensiero che non siano parole vuote dette a se stessi più che agli altri. Tacitamente accolgo la loro staticità, mi aspetto che facciano altrettanto con il mio movimento.
Termino questo pensiero con uno scritto, e mi viene in aiuto la disciplina nipponica dell' intendere le cose: "Corpo che pensa, Mente che danza". Forse ciò che sembra fuori inganna, e' un panda, un bradipo o una tartaruga, ma dentro c' e' un bisonte che punta gli zoccoli a terra e non ha voglia di fermarsi. Una bestia di una forza esplosiva che non si ferma di fronte alla menzogna perpetrata da chi ha colonizzato oramai anche le coscienze di chi si e' fatto abbindolare.
Potrà sembrare presunzione, ma non lo è affatto. Non sono certo il depositario della verità assoluta. Affiora solamente la stanchezza per qualcosa che come un nastro si ripete, un qualcosa di cui mi vogliono convincere gli altri, tante soluzioni offerte per un qualcosa che non e' un problema. Ho le mie idee, e non ho bisogno di essere salvato da nessuno.


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