19/11/15

L' esplosione del cielo.





             Piccole tessere di un mosaico che va a comporsi come una iride dinamica che osserva. Tasselli di un tutto che come un emisfero riesce a scrutare sigillato nei suoi occhi, reconditi fondali di un' anima che lentamente si allontana. Volge al sogno gli interessi primi di geometriche stratificate immagini, mentre la lancetta corre scandendo il tempo come fosse un battito di ali. Fioca luce quel che resta, come sagome liquide che si disperdono su un piano lucido.
Sonde all' interno misurano pressioni e intensità emotive, come se fossero rigogliosi prati dove correre per poi distendersi a guardare il cielo. Sublimi essenze, ed in quei fiori si racchiudono i profumi, che lo inebriano in quegli attimi dove non c' e' più spazio, se non per l' assoluta sospensione entro la quale sta brillando. Brezza accarezza fra gli steli mentre il fruscio produce suoni come note che diffondono. Raccolte le impressioni di quegli attimi solleva e l' anima gioiosa torna ad esplorare il manto di orizzonti in movimento, mentre l' iride rimane pulsante come fosse una supernova pronta ad esplodere e a ricacciare tutto indietro come esperienze assimilate e fatte proprie.
L' ego trionfa sul confine, candide bocche di leone si mescolano ai campi di lavanda. In un tratto il cielo esplode come divenisse tutto sole, per poi tornare indietro a quei lamenti soffici di nuvole danzanti. Attraverso il disegno di un creato cerco ancora, credendo di poter trovare altro me intorno. Saliva e brama di una nuova linfa, con raccapricciante e inusuale vigore provo, sentendo che la sagoma dilata fino a premere sul vento, e come se io fossi bollente, in questo alveare di correnti ascolto il propagarsi di quell' aura che io sento.
Mescola il confine all' orizzonte e come supernova anch' io dilato per poi esplodere coscienza in una capovolta di espressione. Le percezioni sono movimenti, e i movimenti disintegrano gli attimi. Come impulsi di primordi conoscono direzione, inizio e fine. Viaggiano sospesi e indipendenti come rette che attraversano le nostre fasi rimaste a librare, per darci il senso di un ricordo appena percepito e ritrovarci a vivere qualcosa che ci sembra già vissuto.
Passano, allineate e perpendicolari senza tagliare e senza creare traumi. Disciplinano il tempo attraverso la quarta dimensione della materia, creandosi nel movimento e ricreandosi nell' impulso come un' onda di magnetismo che sovrappone due parti dello stesso corpo in istanti diversi nello stesso punto. Simboli e strane coincidenze, ricordi di immani drammi e grandi esplosive felicità.
Deflagra come una bomba percorrendo gli equinozi che abbiamo dentro, la dove siamo tutti pianeti, e prima di giungere a compimento per poi rigenerarmi, per qualche attimo e' tutto antimateria. In quei pochi istanti ricevo gli impulsi del nulla così da poter assistere alla manifestazione dell' assoluto. In quegli esatti istanti vedo, ed una comprensione strana, laterale, da il taglio alla consistenza che e' del resto.
Come assente la osservo ammirandone bellezza e complessità, potendone delimitare sagoma. Torno in quella tessera che come un mandala tibetano va a comporre un disegno superiore, e mi accorgo che e' ancora tutto sovrapposto in altro tempo. Vestiamo gli attimi come indumenti per la sera, ed in quell' occasione noi scegliamo di proporci in un esatto modo. Sfioro l' idea di essere altro tempo ed io mi cambio, l' iride osserva il mutamento dentro tutte le emozioni ed all' interno mutano veloci come ho visto esplodere la luce in quel disegno.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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