04/07/16

Le tessere cadute.




          Come un elastico rimbalza sulla vita e si rapprende per poi tornare a tendersi e ad irrigidirsi sulle cose, quasi impotente aspetto che la nuova estensione mi dilati su questi giorni caldi che sto attraversando liquido e che mi hanno fiaccato fino a rendermi quest' apatia verso le mie giornate che ora soffro ma che non posso in alcun modo contrastare. Disintegra il mio stato d' animo, rendendolo in piccoli pezzi chiusi nelle stesse situazioni, che di me vivono parti separate di un insieme, e che non sono mai allenato a riattaccare.
Un viaggio spezzato fra le tessere di un antico mosaico, messe in fila come nel gioco del domino e pronte ad essere colpite per cadere a terra. Le guardo camminare e poi cadere l' una dopo l' altra, come tante giornate andate via che non ritorneranno, mentre le curve e tutte quelle tessere che scivolano via m fan pensare a quante cose ho valutato giusto il tempo di un momento e poi ho lasciato andare via distrattamente. In quante notti e quanti fondi di birra ho lasciato parte della mia storia e delle mie esperienze. Talvolta le ho blindate e tante altre invece le ho perdute senza affanni.
In tutto questo come corde di un violino pizzicate, le intensità che di volta in volta invece si impossessano di me io le rilascio sotto forma di altre note e di tremori. Condizionato da quell' alveo di realtà che ho abbandonato, e concentrato soprattutto su quella parte di sogno che affiora laddove lo spazio empirico cede il passo all' effimero ed al creativo, e dove altri suoni vanno a mescolarsi a quelli miei, fra quei toni avvolgenti che lentamente poi si placano rilasciandosi ad una realtà che ora ritorna mutata e ricomposta in tutti i suoi molli tasselli umidi di tempo andato.
Corrimano come scivoli ed assestamento fra le gravide mutevoli crisalidi che sbocciano liberandosi in farfalle. Così i pensieri miei abbandonano distrutti per poi raccogliersi dentro quei battiti di ali colorate che mi spingono fra le onde e che allontanano. Crogiola in una nicchia di marea che lo accompagna, dentro saliva e custodia ovattata rapprende per poi filare dolcemente della seta che si fa tessuto tutta insieme.
Semplice inclinazione al possesso ed all' esperimento dove la materia e' il pensiero e che non ha sostanza. Spessori e clima, dentro canicole di lucide cuti ed in pensieri stantii che si ribellano, vuoto il mio sacco al cospetto di chi lo sta sciogliendo e che mi scioglie.
Vomita fuori idea come sorgente e come sotto il sole evapora, ricorda il ghiaccio sofferente che lo incontra e che non lo sconfigge. Un' idea, intoccabile ed impeccabile, finalmente chiusa dentro i confini di uno scritto e che con questo caldo la abbandona e al tempo stesso la imprigiona. Scivola via una nuova idea dentro quel recipiente che raccoglie molli tessere di un domino finito e da ricostruire. Le curve son raccolte ed ogni irregolarità, ciascuna critica, evapora di nuovo come fosse il nulla e dunque al nulla mi abbandono anch' io col muro che ho dentro, fr ai miei pensieri e fra le cose che ho deciso di tenere in mezzo a tutte le altre andate via.


Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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