21/08/17

Cosa vuol dire andato via?




        Cosa rimane negli altri di quello che si è? Soltanto tracce, impronte, o addirittura appena ombre.
Tracce sono le scelte, come altre tracce sono le pressioni che emotivamente si subiscono dagli altri e che si offrono. Tutto il resto sfiorisce, passa, rigenerandosi in una nuova esperienza che come fosse uno passo verso il resto dello spazio, in qualsiasi direzione, fa osservare stesse cose in modo sempre differente.
Scelte appunto, che mai sfioriscono, che mai, assolutamente mai, necessitano di giudice o difesa. In esse è tutto quanto, rinchiuso negli involucri al loro interno hanno il rispetto, rinchiusa hanno la verità, la libertà, forse la stessa bellezza. Si dilatano conservandone l'esclusivo senso, offerto in termini di lucida, consapevole coerenza, ma in due tempi: uno che agisce nel breve, come se il breve fosse rotazione, uno che ha effetti di rivoluzione, fatto per chi non usa quello stesso linguaggio, fatto per chi non lo comprende, fatto per chi, talmente concentrato sulla certezza che quel vetro mostra al di là, non è in grado di comprendere un linguaggio diverso dal proprio, consumato.
In questa arteria è il puro desiderio. Schiacciato dall'ossigeno, è certamente in grado di ferire e può comprimere. Rimane piatto e spesso, chiuso negli istanti dove la visione è stata completa, dove quel poco di epilogo appare e si mostra anche a chi non era in grado di vederlo precedentemente. Mai stancante, quel noioso osservare nell'attesa che qualcosa prima o poi possa accadere fugge via, scomparendo in tutto ciò che passa lungo il fiume che qualcuno chiama tempo, ove se non è rimpianto, è solo nuova intensità che compiuto il passo che permette finalmente di vedere ciò che prima era invisibile ora logora.

Roberto De Sanctis - All Rights Reserved

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